Hennie Stamsnijder ha fatto parte di una grandissima generazione di ciclocrossisti.
Prima di Mathieu van der Poel, di Lars Boom, di Richard Groenendaal e anche di Adrie van der Poel, c’è stato un uomo che ha saputo dare lustro al ciclocross neerlandese: Hendrikus Johannes Maria Stamsnijder, per tutti Hennie. Ispettore fiscale con la passione per le due ruote, Stamsnijder ha letteralmente provato tutte le discipline che la bicicletta, sul finire degli anni ’70, poteva offrire. E con risultati più che discreti.
Hennie è arrivato decimo nella corsa a punti ai Mondiali di ciclismo su pista del 1978. Su strada, invece, ha vinto il titolo nazionale dei dilettanti nel 1979 e ha conquistato un bel settimo posto all’E3 di Harelbeke nel 1980. Il cross, però, è sempre stato la sua vera vocazione sin da quando, nel 1975, a 21 anni, trionfò nella rassegna iridata di specialità riservata ai militari.
Il neerlandese era un crossista classico, forte in bici e a piedi, rapido a scendere dalla sella e a rimontarvi. Aveva doti di resistenza e recupero fuori dal comune e amava i tracciati più duri, quelli ricchi di salite, fango e tratti da fare correndo. Al contrario, invece, detestava circuiti veloci e dal fondo ghiacciato. La sua carriera è stata sostanzialmente parallela a quella del fenomeno belga Roland Liboton, di cui è stato il più grande rivale. Hennie può dire di essere stato l’unico, tra il 1980 e il 1988, a interrompere, peraltro per ben tre volte, il regno del fuoriclasse di Lovanio nel Druivencross di Overijse, la gara più sentita dai fiamminghi. Oltretutto, è stato anche il primo straniero a imporsi in questa manifestazione, considerata la classica per eccellenza del ciclocross.
Il primo scontro iridato con Liboton risale al 1978, nella prova riservata ai dilettanti di Amorebieta. Quel giorno a vincere è proprio il giovanissimo Roland, mentre Hennie, di tre anni più vecchio, deve addirittura accontentarsi del quarto posto. L’anno seguente, a Saccolongo, si gareggia su un percorso fangoso che sembra cucito su misura per Stamsnijder. A uscire vittorioso da quell’inferno, però, è l’azzurro Vito di Tano, mentre il neerlandese deve accontentarsi dell’argento.

In seguito a quella sconfitta, Hennie arriva al punto di chiedersi se valga la pena insistere col ciclocross. Aveva lasciato il suo lavoro come ispettore fiscale nel 1977 per concentrarsi sulle due ruote. Il passaggio successivo, ovviamente, doveva essere lo sbarco nel mondo del professionismo. Ma bisognava trovare qualcuno disposto a ingaggiarlo. Alla fine, ad ogni modo, la proposta arrivò dal team belga DAF Trucks e Stamsnijder coglie la palla al balzo. La firma su quel contratto farà la fortuna di entrambi.
Grazie all’estate passata a gareggiare su strada, ottima palestra per arrivare in forma alla stagione invernale, il neerlandese riesce a imporsi sin da subito come uno dei nomi di spicco del ciclocross. Sul finire del 1979 ottiene il suo primo successo di rango, sul tracciato di Essen, mentre ai Mondiali svizzeri di Wetzikon, nel 1980, giunge terzo, battuto nella volata per l’argento dal tedesco Klaus-Peter Thaler. Quel giorno a imporsi sarà il rivale Liboton, il quale riesce a staccare tutti.
Hennie, tuttavia, si prenderà la rivincita nel 1981, al Mondiale di Tolosa, nei Paesi Baschi. Sul percorso, in quei giorni, aveva piovuto talmente tanto che il rettilineo di partenza risulta praticamente allagato. Il tracciato, già di per sé molto duro e ricco di salite, è ricoperto di fango: l’habitat naturale di Stamsnijder. In quelle condizioni sa che può battere anche Liboton.
La prestazione del neerlandese è semplicemente fantastica. Prende la gara di petto sin dall’avvio e mette in difficoltà Roland e l’altro suo grande rivale, il fenomeno elvetico Albert Zweifel, anche nelle salite in asfalto. Il colpo di grazia, dopo aver già guadagnato qualche metro in precedenza, lo dà su una lunghissima erta da percorrere a piedi. I due avversari, titolari di cinque titoli mondiali a testa, lo vedono letteralmente prendere il volo su quella collina ricoperta di fango e sono costretti ad alzare bandiera bianca. A ventisette anni Hennie Stamsnijder veste la maglia iridata per la prima volta in carriera.

Quella sarà la sua unica vittoria al Mondiale. Il ciclocross sta cambiando e la rassegna iridata presenta sempre più spesso percorsi veloci, adatti a Liboton e a Thaler e non a lui. Nel 1982 Hennie deve accontentarsi del bronzo a Lanarvily, in Francia, mentre nel 1984, in casa sua, a Oss, viene battuto allo sprint dal solito Roland Liboton. L’occasione veramente ghiotta sembra il Mondiale durissimo del 1986 che si svolge a Lembeek, in Belgio. Qua, però, deve arrendersi al duo svizzero composto da Albert Zweifel e dal giovanissimo Pascal Richard. È nuovamente terzo e quello sarà anche il suo ultimo podio nella gara più importante della stagione.
Oltre al Mondiale, però, c’è tutto un mondo da esplorare nel ciclocross e Stamsnijder lo sa bene. Anzi, più volte qualcuno ha sostenuto che le sue débâcle iridate fossero dovute al fatto che si spremesse troppo in precedenza. Assunto che può avere una parvenza di senso solo per quanto concerne il 1986, quando Stamsnijder fu sconfitto su un circuito su misura per lui.
In tutte le altre occasioni, invece, si è semplicemente trovato ad affrontare fenomeni di portata storica quali Liboton e Thaler su terreni a lui poco congeniali. Non che, comunque, Zweifel e Richard non fossero due fuoriclasse e due eccellenze assolute dei tracciati duri tanto quanto Hennie.
Stamsnijder, ad ogni modo, ha saputo impreziosire la sua carriera tramite il Superprestige, la più antica tra le tre Challenge che contraddistinguono oggi la stagione del ciclocross. Il neerlandese si impose già nella primissima edizione della manifestazione, la quale si svolse tra il dicembre del 1982 e il febbraio del 1983. Comprendeva quattro prove ed Hennie ne conquistò due, quella inaugurale di Zillebeke e quella di Gavere. Quest’ultima diventerà la gara simbolo della competizione e Stamsnijder vi trionferà per ben quattro volte; solo Sven Nys saprà fare meglio.
L’anno seguente il Superprestige si allarga e include anche la prova svizzera di Zurigo e quella neerlandese di Valkenswaard. Liboton salta la gara inaugurale, quella che si tiene sul suolo elvetico – trionferà Adrie van der Poel -, ma successivamente vince tutte le altre. Stamsnijder non conquista nemmeno un successo parziale, ma grazie a quattro secondi posti, un terzo e un quinto conquista la classifica generale davanti a Rein Groenendaal, Albert Zweifel e lo stesso Roland.
Costretto ad arrendersi allo strapotere di Liboton nelle due stagioni seguenti, Hennie si rifà nel 1986-1987, quando conquisterà tre delle otto prove in programma, Oss, Gavere e il Druivencross, e vince con ben 28 punti di vantaggio sul secondo classificato, il connazionale Frank Van Bakel. Nel 1987-1988, invece, torna in scena il duello con Roland e Stamsnijder dà battaglia, ma è costretto ad arrendersi di nuovo.
L’inizio della Challenge è equilibrato, Liboton vince due delle prime cinque gare, Roma e Zarautz, ma Hennie lo batte a Oss e gli arriva davanti anche a Valkenswaard. Dal 1° dicembre in poi, però, il fenomeno di Lovanio non perde più una corsa per il resto del Superprestige. Domina a Overijse, Diegem, Gavere, Wetzikon e Zillebeke, costringendo il neerlandese alla resa. Per la terza volta in carriera, Roland conquista la manifestazione che si snoda lungo tutto l’inverno con 137 punti contro i 122 di Hennie.
Ma questa sconfitta non scoraggia l’ex iridato, il quale nel 1988-1989 saprà mettere il punto esclamativo sulla sua carriera con un successo di portata storica. Stamsnijder ormai ha trentaquattro anni e il suo tramonto è alle porte. Il Superprestige non inizia benissimo: nella prima prova, a Zurigo, dominano i padroni di casa che occupano le prime quattro posizioni con Beat Breu, Roger Honegge, Dieter Runkel e Hans Rudi Buchi; il neerlandese arriva addirittura fuori dai dieci, dietro, nell’ordine, anche a Liboton, Danny De Bie, Wabel, De Brauwer, Van Bakel e il quarant’enne Zweifel.
Poi, però, sembra iniziare ingranare. A Zarautz è 3°, a Valkenswaard 2°, ma a Roma va incontro a un’altra débâcle ed è 12esimo. Sembra finita per Hennie, ma da campione coriaceo qual è si rialza più forte di prima e appena tre giorni più tardi ottiene il primo successo stagionale nel Superprestige nella sua Oss. Sarà poi secondo a Overijsse e Diegem, mentre a Gavere giunge 3°. La generale, a questo punto, se la giocando lui e il belga Paul De Brauwer, ma Hennie domina le ultime due gare, a Wetzikon e Zillebeke, e conquista il suo quarto Superprestige. Solo Sven Nys, ben tredici successi, saprà fare meglio, mentre Mathieu van der Poel lo ha eguagliato l’anno scorso.
Hennie Stamsnijder a trentacinque anni appende la bici al chiodo. In carriera è arrivato per sei volte, tra professionisti e dilettanti, sul podio della rassegna iridata, conquistando l’oro nel 1981. È stato anche uno dei più grandi specialisti del Superprestige, competizione in cui in carriera non è mai uscito dalle prime due posizioni e nella quale solo un certo Roland Libton è riuscito a batterlo. Oltre al belga, ha affrontato altri grandissimi fuoriclasse come Albert Zweifel, Klaus Peter-Thaler e Pascal Richard, in una delle epoche più ricche di talento nella storia del cross. Ma Hendrikus, soprattutto, è stato colui che ha messo sulla mappa una nazione oggi faro della disciplina. Il primo Olandese Volante.
Foto in evidenza: ©Koen Suyk / Anefo, Wikipedia Commons