Il 2020 delle squadre Professional

Il mondo delle Professional è in fermento nonostante le storture della riforma.

 

 

La nuova riforma voluta dal presidente dell’UCI David Lappartient penalizza la categoria Professional, riducendo sempre di più il numero degli inviti alle corse anche a causa di un World Tour che invece di assottigliarsi – ne beneficerebbe tutto il movimento – si ispessisce: nel 2020, infatti, le squadre saranno diciannove, una in più rispetto allo scorso anno.

Diverse le storture, abbiamo detto. Secondo le nuove regole, una delle wild card per tutte le prove del circuito del World Tour verrà assegnata alla migliore Professional del triennio 2017-2019. Cosa c’è che non va? In questa maniera, la Total Direct Energie – il team che quest’anno usufruisce di questa modifica al regolamento – diventa una vera e propria squadra World Tour mascherata da Professional.

Non deve sostenere i costi di una squadra della massima divisione ciclistica e avrà persino la facoltà di decidere a quali corse partecipare e a quali no. È il caso, per esempio, del Giro d’Italia: Bernaudeau, già settimane fa, ha fatto sapere a Mauro Vegni che la squadra non avrebbe preso parte alla corsa rosa.

Destino simile per la seconda classificata di questa graduatoria, la Circus-Wanty Gobert. Il team belga potrà prendere il via, però, solamente alle corse di un giorno del World Tour, sempre con la possibilità di rifiutare l’invito.

E dunque, tra una squadra in più nel World Tour e con uno o due inviti già assegnati di diritto, il destino delle Professional superstiti è sempre più grigio.

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Ci sarebbe anche da parlare della chiusura di una squadra italiana, la Nippo Vini Fantini Faizané, come logica conseguenza della diminuzione delle wild card: la partecipazione al Giro d’Italia, massima cassa di risonanza per chi sponsorizza le squadre nostrane, non è sicura e sono pochi gli sponsor ugualmente disposti ad investire.

Nonostante ciò, i tre marchi sono rimasti nel mondo del ciclismo: Vini Fantini sale nel World Tour con la Israel Start-Up Nation; Faizanè si unisce allo storico duo Bardiani-CSF; Nippo diventa sponsor principale della NIPPO DELKO One Provence.

Ma ci riserviamo di parlare dell’argomento riforma un’altra volta e in maniera più approfondita. Nel frattempo, potete sempre leggere le interviste che negli scorsi mesi ci hanno concesso Scinto, Citracca, Savio, Salvato e Martinello, i quali hanno apportato il loro punto di vista sulla situazione.

“Dopo il preambolo, c’è la ciccia”, direbbero volgarmente in qualche parte d’Italia. E allora andiamo a vedere quali sono le squadre, i corridori, le ambizioni e in generale i protagonisti del nuovo corso delle squadre Professional – da quest’anno con la denominazione UCI Pro Team -, iniziando dalle tre squadre di casa nostra che proprio negli scorsi giorni hanno avuto la lieta notizia: parteciperanno al prossimo Giro d’Italia.

Androni Giocattoli-Sidermec

©Aivlis Photography

In Italia si fa quel che si può e allora Gianni Savio riparte subito col botto. Ha già vinto, come d’abitudine, in Venezuela ed è proprio per abitudine e tradizione che punterà forte su un gruppetto di sudamericani pronti a esplodere come il carburo.

Jefferson Cepeda, dall’Ecuador, è uno dei più giovani fra questi (classe ’98), ma potenzialmente quello che stuzzica maggiormente: la vittoria di tappa al Tour de l’Avenir dello scorso anno testimonia le sue qualità in montagna.

Di dodici giorni più giovane, ma nato parecchi chilometri più in là, è il costaricense Kevin Rivera. Nonostante l’età, è già alla quarta stagione a tempo pieno con la squadra piemontese. La lunga militanza ne fanno, paradossalmente, uno dei veterani dell’Androni e quest’anno il suo calendario si rimpolperà di corse importanti: chissà che non possa far vedere qualche bella fiammata in salita al Giro d’Italia, dove potrebbe essere l’uomo di classifica del sodalizio guidato da Gianni Savio.

Se i colombiani Flórez e Muñoz, entrambi classe ’96, devono ancora far vedere di che pasta sono fatti nelle corse più importanti, uno dei nomi da rilanciare in questo 2020 è quello di Jhonatan Restrepo. Classe ’94 di Pácora, Restrepo, che ha già lasciato il segno a inizio stagione vincendo in Venezuela, arriva da quattro stagioni nel World Tour condite da alti e bassi e nelle quali lo si ricorda soprattutto per il secondo posto nella tappa della Vuelta conclusasi a Ribeira Sacra Luintra. Quel giorno fu staccato nel finale, sotto una pioggia torrenziale e su un lungo rettilineo in pendenza, da Alessandro De Marchi. Restrepo è un andino atipico, più portato verso le corse in linea, dotato di un discreto spunto veloce e non particolarmente valido sulle salite lunghe. Il calendario italiano gli potrebbe mettere a disposizione diversi percorsi dal profilo vallonato dove far valere il suo motore.

Il più giovane della squadra è Nicola Venchiarutti. Il friulano, nato nell’ottobre del ’98, si è guadagnato il passaggio all’Androni grazie a una convincente annata in maglia Cycling Team Friuli, coronata con tre successi di peso come la Popolarissima, la Ruota d’Oro e una tappa al Giro d’Italia Under 23. Le sue caratteristiche potrebbero ricordare quelle dei due veterani dell’Androni, Gavazzi e Belletti, registi e spesso attori nelle volate in giro per tutto il mondo. Venchiarutti è veloce, coraggioso, resistente: qualità che potrebbero sin dal suo primo anno regalargli qualche gioia personale.

Sempre dal Cycling Team Friuli arriva Mattia Bais. Trentino, due anni più grande di Venchiarutti, Bais è invece il prototipo del fugaiolo dalla lunga distanza. Con il suo passo e la sua capacità di stare al vento, Bais potrebbe elettrizzare le fasi più statiche di corsa oppure diventare uomo in appoggio ai compagni di squadra.

L’Androni, nel tempo, si è sempre distinta come squadra che ama rilanciare atleti in cerca di riscatto e corridori che magari approdano al professionismo giovani, ma non giovanissimi. L’eredità di Masnada e Cattaneo, dunque, potrebbe essere raccolta da due ragazzi del ’95: Simone Ravanelli, proveniente dalla Biesse Carrera, che approda finalmente al professionismo dopo che qualche problema fisico ne aveva frenato la crescita e dopo aver dimostrato di essere uomo da salita, sia nelle brevi corse a tappe che nelle corse di un giorno; e Nicola Bagioli, che cerca la svolta dopo un inizio di carriera in cui ha faticato a palesare le sue ottime qualità. Per entrambi la scelta di correre con l’Androni si potrebbe rivelare l’ideale trampolino di lancio.

Tra i nuovi arrivi, da segnalare quello di Gabburo: buona stagione, quella appena trascorsa, sia in appoggio ai capitani che in cerca della gloria personale; nel 2020 andrà alla ricerca del primo successo in carriera. Un altro innesto interessante è quello dello svizzero Simon Pellaud, un passato nel World Tour in maglia IAM Cycling prima del ritorno nel mondo semiprofessionistico delle Continental che lo ha rilanciato nel 2019; avrà una grande chance con la maglia biancorossa, squadra affine al suo modo battagliero di correre.

E infine Luca Chirico, che rientra in gruppo dopo essere stato fermo un anno. Il classe ’92 varesino, anni addietro, ha dimostrato grandi qualità in salita e potrebbe essere un altro da inserire nella categoria tanto cara a Savio ed Ellena: atleti in cerca di riscatto.

Chiudono il roster il più giovane dei fratelli Frapporti, Mattia, l’interessante campione croato Rumac, il veterano Bisolti, Spreafico, Viel e il velocista Pacioni, al rientro dopo due anni alla corte di Scinto e capace in carriera di vincere nei posti più disparati: Taiwan, Venezuela pochi giorni fa, Malesia, Gabon e Cina; ma ancora a secco in Europa.

Bardiani-CSF-Faizanè

©Twitter, Bardiani CSF

Faizanè si unisce ai due storici sponsor della squadra dei Reverberi. Cambia il colore della divisa, che si tinge un po’ di prugna e un po’ di ciclamino, ma non la filosofia: una squadra interamente composta da corridori italiani.

Iniziamo dai neoprofessionisti. Con Zana, Mazzucco e Dalla Valle la squadra sembra aver pescato davvero molto bene. Zana e Mazzucco appaiono quasi due gemelli. Entrambi classe ’99, seguiti dallo stesso procuratore, provenienti dalla Sangemini-Trevigiani-MG.Kvis e con un passato importante sin dalle categorie giovanili, lo scorso anno hanno vissuto la migliore stagione in carriera tra gli Under 23, mettendosi in mostra soprattutto sui percorsi mossi e sulle salite. Brevi per Mazzucco, capace di vincere la tappa degli sterrati al Giro e poi il Gran Premio di Poggiana, e anche lunghe per Zana: decimo nella classifica finale del Giro d’Italia Under 23 – con il settimo posto nella tappa con la doppia scalata del Mortirolo – e soprattutto capace di vincere a Capodarco, una delle classiche più importanti del calendario dilettantistico italiano.

Dalla Valle, invece, è ragazzo veloce che si difende nelle brevi cronometro. La sua stagione è stata caratterizzata da tantissimi piazzamenti, ma da nessuna vittoria: chissà che non possa sbloccarsi proprio con i grandi.

Tra i nuovi innesti una ruota molto veloce, Pelucchi. Sarà l’uomo d’esperienza, capace in passato di andare a segno anche nel World Tour. Il siciliano Fiorelli, classe ’94, ha invece una storia particolare alle spalle: ha iniziato ad andare in bici nel 2014, segnalandosi prima come protagonista nelle Granfondo e poi tra gli élite nei dilettanti. Proprio il 2019 è stato l’anno della sua consacrazione, e grazie a diversi risultati interessanti e a caratteristiche da corridore a tutto tondo – “mi ispiro a Giovanni Visconti“, il suo mantra – sul finire di stagione è riuscito a strappare un contratto tra i professionisti. Attorno a lui c’è molta curiosità per capire che tipo di corridore potrà diventare.

Cercano il riscatto dopo annate in chiaro scuro Filosi – ex Nippo e DELKO -, attaccante nato e corridore da corse di un giorno, il velocista Lonardi e lo scalatore Zaccanti. Entrambi ex Nippo Vini Fantini e tra i maggiori prospetti azzurri negli Under 23, cercano ancora il primo successo in Europa con i professionisti.

Del gruppo del 2019 restano Carboni, che verosimilmente sarà l’uomo di punta della squadra nella gare a tappe – obiettivo Giro 2020 -, gli scalatori Savini, Covili e Senni e l’uomo da corse di un giorno impegnative, vale a dire Romano.

Oltre a Pessot, uomo da fughe che arriva da un 2019 difficile, se si parla di tentativi da lontano ecco uno dei protagonisti dell’ultimo Giro d’Italia: Mirco Maestri. Un paragrafo a parte lo merita Albanese. Passato con le stimmate del predestinato, il classe ’96 campano non è ancora riuscito a esprimere quello che fece vedere agli albori della sua carriera. Pur essendo ancora giovane, la sua speranza è quella che possa essere arrivato il momento di raccogliere qualche risultato di spicco.

Completano la squadra il nipote d’arte Orsini, il neoprofessionista Monaco, Tonelli, vittima di una brutta disavventura qualche mese fa, e il “cinese” Marco Benfatto: Il trentaduenne veneto ha conquistato – secondi i dati di ProCyclingStats – ventuno corse in Cina su ventidue totali in carriera.

Vini Zabù-KTM

©Vini Zabù, Twitter

Terzo e ultimo team italiano superstite della categoria, il sodalizio guidato da Citracca e Scinto cambia denominazione per questo 2020. Tantissime le novità anche a livello di organico: sono nove i nomi in uscita e ben quindici quelli in entrata.

Il capitano e guida della squadra sarà sempre Giovanni Visconti, trentasette primavere e non sentirle. L’obiettivo è quello di essere sul pezzo nel calendario italiano, dove il siciliano ha sempre fatto bene. Perso Velasco, fra i migliori a livello assoluto tra le Professional nel 2019, il ruolo che fu dell’elbano potrebbe essere rivestito da Lorenzo Rota. Caratteristiche simili, come simile è la provenienza: Bardiani-CSF. Dalla squadra di Reverberi arriva anche Luca Wackermann, mentre diversi sono i neoprofessonisti. I più interessanti: Mattia Bevilacqua, che tra gli juniores è stato campione italiano; Veljko Stojnić, talentuoso corridore serbo, e Andrea Di Renzo, che a quasi venticinque anni avrà la possibilità di mettersi in mostra nella categoria superiore.

Bartolozzi, Begnoni, De Bonis, Iacco, il neozelandese Mitri e il lussemburghese Petelin saranno gli altri esordienti assoluti tra i professionisti.

A portare esperienza e visibilità, dall’Androni approda Marco Frapporti, uomo da fughe che potrebbe anche avere qualche spazio in più rispetto alle annate con la squadra di Savio. Scende, invece, dal World Tour Andrea Garosio, corridore designato a mettersi in mostra in salita. Cavallo di ritorno è invece Matteo Busato, classe ’87: in passato aveva mostrato una certa duttilità proprio con la squadra di Scinto, il suo 2019 con l’Androni si può definire dimenticabile.

Chiudono l’organico Tortomasi, che nel 2019 correva in Bielorussia, i confermati Bertazzo – pistard con obiettivo Tokyo 2020 – Bongiorno, Fortunato – in passato stagista in maglia Tinkoff, è ancora giovane, saprà ottenere quei risultati che finora gli sono sfuggiti? -, il panamense Gonzalez, il veloce Simone Bevilacqua, l’olandese van Empel e gli uomini di corse vallonate MarengoZardini.

Le altre

©Team Arkéa Samsic, Twitter

La Francia, a livello di team, è quella messa decisamente meglio. Gli obiettivi della Total Direct Energie saranno soprattutto le corse di un giorno e i successi di tappa nelle brevi e grandi corse a tappe. E non può essere altrimenti, quando schieri assi del pavé come Terpstra, ma anche un Turgis in crescita e un Petit ormai nell’età della maturità. Un terzetto molto temibile nelle corse del Nord.

Diverse le ruote veloci, tra cui qualcuna italiana: ci riferiamo ai fratelli Bonifazio, con Niccolò alla ricerca del grande risultato che lo consacri, e Leonardo, più grande di due anni che ha la chance della vita in un team così importante.

Alla voce sprinter troviamo anche Manzin e Soupe, mentre ad animare le corse ci sono i battaglieri Grellier, Cousin e Taaramäe. Proveranno invece a cogliere successi in modi differenti Hivert, trentaquattro anni, veloce ma resistente anche su percorsi impegnativi, e il coetaneo Julien Simon, uno che in carriera ha colto tre piazzamenti tra i primi venti alla Liegi-Bastogne-Liegi e che lo scorso anno, alla Milano Sanremo conclusa al ventitreesimo posto, mancò per un soffio l’aggancio al gruppo che si giocò la vittoria.

Abbiamo lasciato per ultimo il corridore che, insieme a Terpstra, rappresenta maggiormente la squadra: Lilian Calmejane. Il corridore di Albi, oltre a provare a continuare a vincere nel calendario francese, insegue il salto di qualità nelle classiche internazionali e altri successi parziali nei grandi giri.

Ha mosso passi da gigante invece l’Arkéa Samsic, che punta forte sul Tour de France con un terzetto che farebbe invidia anche a diverse World Tour: Quintana, Barguil, Bouhanni – quest’ultimo sarà capitano alla Milano-Sanremo. Tra gli altri, scalatori fedelissimi di Nairo come il fratello Dayer oppure Anacona, ma spicca anche la presenza dell’italiano Rosa, alla ricerca del tempo perduto. Ruote veloci: Boudat, McLay e Russo, quest’ultimo adatto anche alle corse del Nord, così come il britannico Connor Swift. Da seguire il poliedrico Gesbert, in crescita nel 2019, gli esperti Bouet, Pichon e Vachon, l’ ex campione del mondo Under 23 Ledanois e il giovane Louvel.

©NIPPO DELKO One Provence, Twitter

Nuovo sponsor principale per la Delko, ora NIPPO DELKO One Provence, che si presenta come autentica multinazionale: ventiquattro corridori di dodici nazioni differenti. Il lituano Navardauskas cerca di rilanciare una carriera che sembra aver preso la via del declino, mentre tre italiani affronteranno la stagione con ambizioni differenti: Fedeli vorrebbe ritagliarsi un ruolo chiave all’interno della squadra nelle corse di un giorno più impegnative; Finetto è sinonimo di esperienza ed è una garanzia su ogni terreno; Riccardo Minali, invece, dopo essersi accasato in extremis alla squadra francese, proverà a dire la sua negli sprint.

Non sarà facile, però, perché sono tante le ruote veloci che hanno trovato sistemazione in questa squadra. A iniziare da Grosu, che lo scorso anno ha vissuto la migliore stagione della sua carriera e vorrebbe salire ulteriormente di colpi, puntando magari a corse più importanti – calendario permettendo. Proseguendo con il serbo Rajović, neoprofessionista che può trovare nelle gare francesi il terreno adatto alle sue qualità non proprio da sprinter puro, ma da uomo da non portarsi mai in volata. È veloce anche Ghirmay, anche se il classe 2000 che arriva dall’Eritrea sembra capace di primeggiare su ogni terreno. La scelta di esordire tra i professionisti in una piccola squadra francese ci sembra molto intelligente: potrà crescere con calma e iniziare a migliorare corsa dopo corsa nelle sempre complicate corse transalpine dove, oltre alle qualità da corridore, serve anche una certa capacità di guidare la bicicletta.

Da segnalare un altro neoprofessionista africano che arriva con buone credenziali: Mulu Hailemicheal. Forte scalatore, anche per lui la possibilità di crescere con calma indossando la maglia biancoblu dei franco-giapponesi. E a proposito di Giappone, per esigenze di sponsor arrivano dal paese del sol levante ben quattro corridori – tredici i nuovi acquisti. Il più esperto è l’eterno Beppu, il più giovane è il classe ’97 Ishigami. Con loro anche l’ex Nippo Vini Fantini Nakane e Oka.

Ultima Professional francese che analizziamo è la B&B Hotels-Vital Concept p/b KTM. Sei nuovi innesti per la più giovane tra le squadre transalpine, che festeggia il nuovo decennio con la wild card al Tour de France. I nuovi acquisti vanno soprattutto a rimpolpare il reparto degli uomini per le corse di un giorno: Debusschere per il pavé e Slagter per le corse vallonate hanno dalla loro anche tanta esperienza maturata nel World Tour.

Cyril Barthe, dopo essere cresciuto in squadrE basche, torna in Francia per far valere le sue caratteristiche da uomo veloce al termine di una corsa dura. Backaert sarà designato per andare a caccia di fughe e tappe, soprattutto in pianura, mentre l’austriaco Schönberger, invece, si ritaglierà il ruolo di gregario o all’occorrenza uomo da fughe.

Infine, tra i nuovi arrivi, bella occasione per l’italiano Luca Mozzato. Il classe ’98 vicentino si è messo in mostra lo scorso anno nel calendario francese con la maglia della Dimension Data for Qhubeka, meritandosi l’approdo nel mondo del professionismo; potrà così ambire al ruolo di vice-Coquard nelle volate più complicate.

E proprio da Coquard partiamo nel nominare i confermati. L’ex grande promessa del ciclismo francese è ancora alla ricerca del successo che gli cambi la vita. Pierre Rolland, invece, quel successo lo ha già ottenuto e non ha bisogno certo di presentazioni, ma resta sicuramente l’uomo più interessante di una squadra che al suo interno ha altri protagonisti delle gare d’oltralpe come Gautier e Vichot.

Sono tre le squadre Professional spagnole. La Caja Rural resta la più ambiziosa, con alcuni corridori che nelle gare di casa trovano terreno ideale per crescere e mettersi in mostra, soprattutto in salita: è il caso dei colombiani Osorio e García. Aberasturi è il corridore per le corse di un giorno, dato che ha spunto veloce e resistenza, mentre Malucelli, alla ricerca di un miglioramento rispetto a un complicato 2019, è lo sprinter per le volate di gruppo.

La Burgos-BH ha in Madrazo e Bol i corridori più rappresentativi. Lobato, invece, guiderà la Fundación Orbea. Per lui un 2020 all’insegna del riscatto dopo una difficilissima annata in maglia Nippo Vini Fantini.

©Mathieu Van der Poel, Twitter

Nel mondo belga c’è un corridore che sovrasta non solo i novantatré corridori suddivisi nelle squadre Professional: Mathieu van der Poel. La sua presenza permette alla Alpecin-Fenix di partecipare alla maggior parte delle classiche del calendario World Tour. Tante novità nella ex Corendon-Circus, notevolmente rinforzata soprattutto in chiave corse del Nord e perché no, visto i due atleti che stiamo per menzionare, anche in funzione Strade BiancheMilano-Sanremo. Kristian Sbaragli e Sasha Modolo, infatti, vantano un curriculum importante e la loro esperienza, le loro fibre veloci, potranno permettere alla squadra di avere anche un piano B. Ricca la presenza di ciclocrossisti: Benoist, Meisen, Tulett, David van der Poel, Vermeersch. Non tutti li vedremo su strada durante la stagione, o almeno non con una certa regolarità.

A proposito di multidisciplinarietà, spicca la presenza del biker Gaze – una breve parentesi da stagista con la maglia della Deceuninck – e il pistard plurimedagliato Norman Hansen. Infine, troviamo il britannico Thwaites, supporto per il pavé, e il ceco Vakoč, corridore che, se si dovesse ritrovare, potrebbe diventare un elemento da tenere d’occhio sulle Ardenne, oltre a essere capace di stare al fianco del proprio capitano anche nelle fasi calde delle corse più importanti.

La Circus- Wanty Gobert appare rinnovata e tutt’altro che indebolita, nonostante la perdita del francese Martin, il corridore più rappresentativo del team fino al 2019. Tanti volti nuovi a partire da Petilli, che diventa il secondo italiano in rosa, affiancandosi al veloce Pasqualon. Il corridore lombardo vuole dare una svolta a una carriera che tra gli Under 23 pareva metterlo sul piano dei corridori più promettenti della sua generazione in ottica corse a tappe. Il crossista Quinten Hermans vuole mostrare la sua crescita su strada, mentre Danny Van Poppel, che si è unito alla squadra insieme al fratello Boy, potrebbe diventare l’uomo di punta del team belga nelle corse del Nord e perché no, lottare anche per vittorie pesanti.

Bakelants è corridore che in passato ha vestito persino la maglia gialla, ma non potrà tornare sulla scena del delitto: la Circus-Wanty Gobert, infatti, non è stata invitata al Tour de France dopo due partecipazioni consecutive. E per questo motivo Meurisse, Aimé De Gendt e Offredo dovranno reinventarsi una stagione senza fughe nelle grandi corse a tappe; magari potrebbero dire la loro nelle classiche, com’è riuscito proprio a Offredo in passato.

Infine, tra i nuovi innesti segnaliamo un altro ciclocrossista di spiccata fama come Van Kessel e due neoprofessionisti: dal Belgio lo specialista delle crono Jasper De Plus; dall’Australia, invece, Alexander Evans vincitore della tappa di Méribel all’ultimo Tour de l’Avenir.

Per chiudere il capitolo Belgio troviamo Sport Vlaanderen e Bingoal Wallonie: per entrambe obiettivo visibilità nelle corse in cui verranno chiamate in causa. La Sport Vlaanderen vuole rimpinguare il magro bottino delle ultime due stagioni: una sola vittoria tra 2018 e 2019 in gare di categoria almeno .1. L’uomo più rappresentativo è il veloce Amaury Capiot, ma occhio anche al neoprofessionista Mertens.

©Uno-X Norwegian Development Team, Facebook

La Bingoal Wallonie, invece, nel 2019 ha vissuto una delle migliori stagioni della sua storia con diverse vittorie in giro per l’Europa, tra le quali spiccano due tappe alla Coppi&Bartali e la Rund Um Köln. Perso l’interessante Liepiņš, la squadra si veste di nuovi leader in cerca di rilancio e tra questi uno è un nome pregiatissimo: Jelle Vanendert. L’altro nuovo acquisto di peso è Sean De Bie, corridore che qualche stagione fa sembrava destinato a ben altra carriera. Un occhio anche all’estone Nõmmela e al neopro Suter.

Con il ritorno tra le Continental della Axeon, restano due le Professional americane: Rally Cycling e Team Novo Nordisk. Gli arancioni, dopo McNulty, cercano tra le loro fila un altro nuovo talento nordamericano da lanciare nel World Tour: potrebbe scoccare l’ora del giovane canadese Zukowski oppure quella di Robin Carpenter. Quest’ultimo, pur non essendo più giovanissimo, meriterebbe forse una chance nella categoria superiore. Chi scende, invece, è Nathan Brown, dopo aver militato per ben sei stagioni nelle squadre di Vaughters. Un quarto posto di tappa al Giro d’Italia nel 2016 resta il suo migliore risultato.

Sempre dagli States il Team Novo Nordisk, squadra interamente composta da corridori affetti da diabete. Confermato il duo italiano Peron-Poli, quest’anno per il sodalizio americano nessun invito alla Milano-Sanremo.

Per un Axeon che torna tra le Continental, c’è chi fa il percorso inverso: la Uno-X Norwegian Development Team. Nel 2019 ha lanciato definitivamente Foss, vincitore del Tour de l’Avenir, e quest’anno punterà su un roster ulteriormente rinforzato, visto anche l’impegnativo calendario da affrontare. Gli uomini di punta saranno  Leknessund, Sleen e Larsen – quest’ultimo ancora out per un singolare infortunio: si è rotto la caviglia ballando -, affiancati da altri giovani di belle speranze.

Restiamo in Scandinavia e dalla Norvegia ci muoviamo verso la Danimarca, per una squadra che il passo da Continental a Professional lo ha già effettuato l’anno scorso: la Riwal Readynez Cycling Team. Persi diversi corridori che potranno fare molta strada nel World Tour – su tutti Kamp, Norsgaard e Stokbro -, la squadra danese quest’anno punta su due norvegesi ex Israel, Enger e Jansen, ma soprattutto sul talentuoso danese classe ’98 Andreas Kron.

Infine, la Gazprom RusVelo, che dopo la scomparsa della Katusha resta l’unica squadra russa del mondo professionistico. La presenza in rosa di ben cinque corridori di casa nostra, su venti totali, oltre che di diversi tecnici, ne fanno un team dall’animo italiano, ma ciò non è bastato per ottenere la wild card al Giro. Canola, Damiano Cima (una tappa a testa in carriera nella corsa rosa), Imerio Cima, Scaroni e Velasco è un quintetto assolutamente di qualità, che avrà comunque la possibilità di mettersi in mostra in diverse prove importanti del calendario e su ogni terreno, a partire dalla Tirreno-Adriatico. Visto anche l’invito per la Classicissima, quest’ultima potrebbe diventare l’obiettivo di stagione per diversi corridori: Canola ha un ventesimo e un quindicesimo posto sul traguardo di Sanremo, Velasco su quei percorsi si è sempre espresso bene, Damiano Cima e Scaroni fiutano già la lunga fuga, mentre il giovane Imerio cerca esperienza utile per il futuro. Il comparto russo, infine, non è da sottovalutare. Su tutti, da seguire la crescita del classe ’96 Nikolay Cherkasov, intrigante uomo da corse di un giorno.

 

 

Foto in evidenza: ©Dwars dr Vlaanderen, Twitter

Alessandro Autieri

Alessandro Autieri

Webmaster, Fondatore e direttore editoriale di Suiveur. Doppia di due lustri in vecchiaia i suoi compagni di viaggio e vorrebbe avere tempo per scrivere di più. Pensa che Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert siano la cosa migliore successa al ciclismo da tanti anni a questa parte.