Inizia il 13 giugno la 42esima edizione del Giro d’Italia U23. La gara a tappe, sorella minore della corsa rosa, è suddivisa in 10 frazioni che si snodano tra l’Italia centrale e l’Italia nord orientale.
IL PERCORSO
Si parte con un prologo di appena 3,3 km tra le strade di Riccione, unica prova contro il tempo presente all’interno di un percorso sfacciatamente favorevole agli scalatori puri. Si prosegue, poi, con due tappe relativamente tranquille (ma tra gli U23 non si può mai sapere): la Riccione – Santa Sofia, di 143 km, e la la Bagno di Romagna – Pescia di 173 km.
Le prime difficoltà arrivano nel corso della quarta frazione, la Sesto Fiorentino – Gaiole in Chianti, di 145,5 km. Infatti, si affronteranno ben 5 tratti in sterrato nella prima di due tappe che ripercorrono il percorso del Toscana Terra di Ciclismo, gara che, da questa stagione, è confluita nel Giro Baby. A seguire c’è il primo arrivo in salita sul Monte Amiata, al termine di una frazione frastagliata di 163 km.
Successivamente, i corridori avranno un giorno di riposo, prima di ripartire per una seconda parte di Giro che si preannuncia massacrante. Il gruppo riprenderà, quindi, da Sorbolo, per arrivare, dopo 155 km, a Passo Maniva, in una tappa che non presenta altre difficoltà altimetriche. Ma questo è solo l’antipasto di ciò che li aspetta il giorno dopo: L’Aprica – Aprica di 95 km. Una frazione potenzialmente storica, dato che prevede la doppia scalata del Mortirolo, con il versante classico che verrà affrontato insieme a uno ancora inedito tutto da scoprire.
Per il plotone ci sarà poi una piccola tregua. La tappa che segue la doppia scalata del Mortirolo, 120 km da Dimaro a Levico Terme, non presenta grosse difficoltà altimetriche, infatti. Ma è solo la quiete prima della tempesta rappresentata dalle ultime due frazioni. Il 22 giugno andrà in onda la Rosà – Falcade, di 134 km. In programma ci sono ben tre salite da scalare: Passo Cereda, Forcella Aurine e l’ascesa conclusiva che porta a Falcade. Infine, il giorno seguente, gran finale con una tappina di appena 36 km che da Agordo va fino in cima al Passo Fedaia: attraversando i luoghi devastati dal forte vento di fine ottobre scorso, il giovane gruppo rosa transiterà su quella che è una delle più belle e suggestive salite, che ha il suo clou nel tratto tra Malga Ciapela e il Fedaia.
Davanti a noi, dunque, si staglia un Giro incredibilmente duro. Sarà una gara di resistenza tra i migliori atleti della categoria. Pesa, tuttavia, l’assenza di una seconda prova contro il tempo, specie dopo il successo della crono real time di Cà del Poggio. Difficile capire, infatti, per quale motivo non sia stato riproposto un esperimento che era piaciuto a tanti.
LE MAGLIE
Ben sei le maglie presenti al Giro U23. Si parte con la classica maglia rosa per il primo della classifica a tempi. Il miglior primo o secondo anno della generale (in questa stagione, dunque, i corridori nati nel 1999 e nel 2000), invece, veste la maglia bianca. Per il primo della classifica a punti c’è la maglia rossa.
Per quanto concerne la classifica dei Gran Premi della Montagna, il Giro U23 prevede il ritorno della maglia verde. Infine, ci sono due vecchie conoscenze del Giro dei grandi, ora esclusive del Giro Baby. Parliamo della maglia blu per il leader dei traguardi intergiro e della maglia nera per l’ultimo della classifica generale.
I PROTAGONISTI
Saranno ben 31 le squadre al via, ciascuna composta da 6 corridori. 17 italiane e 14 straniere. Considerando che il Tour de l’Avenir è gara per nazionali, il Giro d’Italia è la corsa più attesa da molti dei migliori vivai al mondo.


Tra le compagini straniere spicca la massiccia presenza britannica. Ben tre squadre. Pesa, però, l’assenza della Devo Sunweb, della norvegese Uno-X e della CCC Devo. I team italiani, invece, sono il meglio che il Belpaese può offrire, dato che sono stati selezionati in base a un ranking sul merito.
I FAVORITI
Prima fila:
Andrea Bagioli (Team Colpack): L’alfiere della Colpack si presenta al Giro dopo una prima parte di stagione stellare. Cinque vittorie: il Trofeo Città di San Vendemiano, la Coppa Cicogna, il GP Città di Empoli e, soprattutto, due tappe e la classifica generale della Ronde de l’Isard. Bagioli è un corridore esplosivo, forte in salita e dotato di grande fondo. Nella sopraccitata corsa a tappe francese ha battuto gran parte dei migliori scalatori della categoria. Visto lo stato di forma con cui si presenta al via della corsa rosa e una concorrenza che sembra balbettare, Andrea è il logico favorito.
Kevin Inkelaar (Groupama-FDJ): Il giovane olandese, 2° al Giro della Valle d’Aosta, punta a conquistare il Giro dopo essere passato in inverno tra le file della neonata Continental Groupama. Kevin, fin qui, è stato autore di una stagione senza infamia e senza lode, con l’11° posto alla Ronde de l’Isard che lascia presagire una buona gamba in vista del Giro. Inkelaar non ha nella continuità di rendimento il suo punto forte. Tuttavia, quando è in forma in salita sa fare la differenza.
Thymen Arensman (SEG Racing Academy): Un infortunio patito durante la stagione del ciclocross ha costretto Arensman a iniziare il suo 2019 solo ad aprile. Per ora il secondo classificato del Tour de l’Avenir 2018 non ha ottenuto grossi risultati. Però, ha mostrato una condizione in lenta, ma costante crescita. All’Isard è giunto 18°, correndo sovente all’attacco. Dopo un ritiro in Grecia, dice di sentirsi finalmente al top e, visto lo storico, non può che essere considerato tra i favoriti, nonostante tutto. Il miglior Arensman, in salita, è un osso duro per tutti.
Einer Augusto Rubio Reyes (Vejus Aran): Lo scalatore colombiano si presenta al via del Giro forte di un 2018 che lo ha visto giungere 1° al GP di Capodarco e 4° al Giro del Valle d’Aosta e al Giro del Friuli (ove ha conquistato la frazione regina). Inoltre, l’anno scorso ha anche vinto una tappa proprio al Giro U23. Il suo 2019 è iniziato in modo ottimo, con tanti bei piazzamenti e una vittoria al Trofeo San Leonino. Rubio, probabilmente, è lo scalatore puro più forte di categoria. Il suo Giro, ad ogni modo, passa anche dalla prestazioni della sua squadra. Infatti, la Vejus sovente non è riuscita a supportarlo come meriterebbe.

Seconda fila:
Théo Nonnez (Groupama-FDJ): Theo Nonnez è una delle grandi rivelazioni del 2019. Dopo un primo anno solido tra le file della C.C. Nogent-sur-Oise, il francese è passato alla Groupama, sbocciando definitivamente. Già da junior aveva dimostrato di sapersela cavare in salita, il recente 5° posto alla Ronde de l’Isard lo promuove definitivamente al ruolo di pericoloso outsider per la corsa rosa. Forte, inoltre, anche del fatto di avere al suo fianco uno scalatore come Inkelaar. L’avere due potenziali leader, infatti, darà modo alla Groupama di mettere in difficoltà le altre squadre anche dal punto di vista tattico.
Ide Schelling (SEG Racing Academy): Non solo la Groupama, però, può contare sulle due punte. La Seg metterà al fianco di Arensman anche un corridore di qualità come Schelling. L’olandese, che arriva da un bel 6° posto all’Isard, è un corridore solido a cui piace prendere vento in faccia. Nel 2018 faticò sulle salite del Giro, ma quest’anno si presenterà al via con tutt’altra gamba e una rinnovata convinzione nei suoi mezzi.
Alessandro Monaco (Team Casillo Maserati): Tra gli scalatori italiani, dopo Andrea Bagioli, Alessandro Monaco è probabilmente quello che si presenta al via del Giro con le migliori credenziali. 8° nel 2018 al Giro della Valle d’Aosta e poi 21° al Tour de l’Avenir. Di recente ha concluso nei 10 la Course de la Paix, dimostrando che la gamba è pronta per gara più dura del panorama U23.
Viktor Verschaeve (Lotto-Soudal U23): Tra i molti corridori di qualità che la Lotto schiererà, la punta per la classifica generale dovrebbe essere Verschaeve. Viktor è un passista-scalatore che fa della solidità il suo punto di forza. L’anno scorso centrò la top-10 alla Course de la Paix e quest’anno ha fatto la stessa cosa anche alla Ronde de l’Isard. Vista una condizione in crescita, un bel piazzamento, per lui, è alla portata anche al Giro U23.

Terza fila:
Samuele Battistella (Dimension Data for Qhubeka): Battistella è uno dei talenti italiani più scintillanti. Il suo habitat naturale sono le corse di un giorno, ma ha dimostrato di sapersi difendere anche sulle salite lunghe. L’anno scorso ha sfiorato il colpo grosso alla Course de la Paix, mentre un mese fa, in Sud Africa, ha vinto il Tour of Limpopo staccando tutti in salita. Un virtuoso come lui non può essere sottovalutato nemmeno in ottica classifica generale.
Alessandro Covi (Team Colpack): Covi, come Battistella, pur nascendo principalmente come uomo da corse di un giorno, sa dire la sua anche nelle gare a tappe. L’anno scorso, al Giro, fu addirittura 8° (migliore tra gli italiani). Rispetto al 2018, tuttavia, quest’anno avrà un compagno ingombrante come Bagioli e questo potrebbe impedirgli di giocarsi le sue carte.
Andrés Camilo Ardila (Colombia): Ardila si presenta al via del Giro come miglior scalatore dell’ultima Vuelta de la Juventud (Vuelta a Colombia U23, ndr.). Nella corsa di casa ha vinto la cronoscalata all’Alto Buena Vista con oltre un minuto sul secondo. Dopodiché, si è ripetuto vincendo in solitaria anche la tappa di Gameza. Le doti non sono in dubbio, ma bisogna vedere se riuscirà ad adattarsi in fretta al ciclismo europeo.
Georg Zimmerman (Tirol KTM Cycling Team): Zimmerman è un altro corridore con caratteristiche simili a Battistella e Covi. Principalmente uomo da gare in linea, quest’anno ha dominato il Trofeo Piva e di recente ha messo il suo sigillo sulla Coppa della Pace. Il 16° posto al Tour de l’Avenir 2018, tuttavia, fa pensare che abbia le carte in regola per riuscire a fare un’ottima classifica al Giro d’Italia U23.

Quarta fila:
Ethan Hayter (British Cycling): Hayter non è solo un fenomeno in pista, ma un corridore completo capace di cavarsela in ogni campo. Al buono spunto veloce, infatti, abbina un’ottima tenuta in salita e grandi doti sul passo. L’anno scorso sfiorò la top-10 alla Course de la Paix. Di recente è stato grande protagonista all’Orlean GP, ove si è piazzato secondo nella tappa regina. Da un corridore di tale talento è lecito aspettarsi qualsiasi cosa.
Kevin Vermaerke (Axeon): In una Axeon orfana del suo capitano Almeida (non può prendere il via alla corsa rosa per via di una regola che preclude la partecipazione a coloro che hanno già partecipato a gare WT ndr.), Vermaerke dovrebbe essere il leader. Per ora, il giovane statunitense, al primo anno nella categoria, è stato il migliore dei suoi nei primi mesi di 2019. Kevin è forte in salita e sul passo. In stagione ha fatto molto parlare di sé vincendo niente meno che la Liegi U23. Da junior e in patria ha fatto vedere ottime cose anche su salite lunghe, per cui un piazzamento di rango potrebbe essere alla portata.
Giovanni Aleotti (Team Friuli): Aleotti è stato, fin qui, uno dei mattatori del 2018. 1° al Trofeo Edil C, 2°, per un soffio, al Belvedere e 3° al Piva e al Palio del Recioto. Una serie di risultati in gare prestigiose che pochi possono vantare. Il suo storico nelle corse a tappe, al momento, non è entusiasmante, ma questo perché parliamo di un ragazzo al secondo anno, che ne ha corse davvero poche. In salita è indubbiamente molto forte, per cui potrebbe sorprendere anche in ottica classifica generale.
Aldo Caiati (Zalf Euromobil Désirée Fior): Caiati è il classico scalatore puro, piccolo e leggero. L’anno scorso al Giro fu 22°, inoltre si piazzò 8° al Giro del Friuli. Il suo problema? Non fa una corsa a tappe proprio dall’ultimo Giro del Friuli, il quale si è svolto a inizio settembre 2018. Proprio per questo potrebbe avere qualche problema a ritrovare il feeling con una gara lunga come il Giro.
I VELOCISTI
Molte anche le ruote veloci presenti al via della corsa rosa, nonostante un tracciato che offre loro poche chance. Di seguito elencheremo i principali velocisti che prenderanno parte al Giro:
Kaden Groves (SEG Racing Academy): L’Australiano è sicuramente il velocista principe al via di questa edizione del Giro U23. In stagione ha già ottenuto 5 vittorie, facendo terra bruciata ovunque è andato. Oltretutto, non parliamo del classico sprinter che si stacca sui cavalcavia, ma di un corridore capace anche di piazzarsi nei 10 alla Liegi U23.
Jake Stewart (Groupama-FDJ): Sprinter britannico per la compagine francese. Stewart è un velocista coriaceo, capace di piazzarsi con continuità. Purtroppo per lui, spesso e volentieri, gli manca quel qualcosa in più per vincere le gare.
Matthew Walls (British Cycling): Walls è uno dei pochi a poter dire di aver battuto Alberto Dainese nelle ultime due stagioni e già questo vale il prezzo del biglietto. Di lui, per la verità, si è visto ancora poco, ma ha fatto capire di essere velocissimo.
Enrico Zanoncello (Zalf Euromobil Désirée Fior): Zanoncello è una delle punte di diamante della Zalf. In stagione ha raccolto già 5 vittorie. Inoltre, Enrico potrà contare anche su un apripista del calibro di Gregorio Ferri, altro corridore molto veloce che quest’anno ha vinto a più riprese.
Luca Mozzato (Dimension Data for Qhubeka): Mozzato è uno sprinter atipico per il panorama italiano: infatti, oltre a essere molto veloce, si difende anche in salita. Quest’anno ha raccolto diversi piazzamenti importanti, incluso un settimo posto in una gara dura come il GP di San Vendemiano. La perla della sua stagione, tuttavia, è stata la vittoria nel Circuito del Porto (gara di categoria 1.2). In una squadra con più punte come la Dimension Data, difficilmente potrà avere molto supporto da parte dei compagni. Ad ogni modo, ha le qualità per cavarsela benissimo da sé.
Nicola Venchiarutti (Team Friuli): Il vincitore della Popolarissima 2019 sarà l’uomo deputato ad occuparsi degli sprint in casa Team Friuli. L’anno scorso il suo Giro non fu entusiasmante, ma rispetto ad allora è cresciuto molto e, in questa stagione, potrà essere competitivo.
Julian Mertens (Lotto-Soudal U23): Mertens non è un vero e proprio sprinter, quanto, piuttosto, un corridore capace di cavarsela in ogni terreno. L’anno scorso fu, addirittura, 3° alla Ronde de l’Isard. Però, quelle prestazioni in salita non le ha più ripetute, mentre è stato sovente protagonista in volate di gruppo.
Nicolas Dalla Valle (Tirol KTM Cycling Team): Dalla Valle è un corridore molto simile all’ultimo Daniele Bennati, capace sia di farsi valere in volata che nei prologhi. Nonostante i molteplici piazzamenti, la vittoria deve ancora arrivare in questo 2019. Il Giro potrebbe essere l’occasione propizia.
Giulio Masotto (Team Colpack): Masotto è l’uomo che si dedicherà alle volate di gruppo per il team Colpack. Chiaramente, correndo in una squadra che punta a vincere il Giro, non avrà molto aiuto da parte dei compagni. Tuttavia, possiende lo spunto veloce per fare molto bene, come testimonia la vittoria al Memorial Polese.
Tommaso Fiaschi (Beltrami TSA-Hoplà-Petroli Firenze): Fiaschi è colui che si occuperà delle volate in casa Beltrami. Lo spunto veloce non gli manca, come testimonia la vittoria al GP Sportivi Poggi. Qualche dubbio sulla tenuta, invece, c’è, poiché si è ritirato in tutte le gare internazionali a cui ha preso parte, escluso il Circuito del Porto (ove ha chiuso 134esimo).
Francisco Galván Fernández (Lizarte): In Spagna Galvan ha messo in fila una serie di podi quasi infinita. In ben otto gare, infatti, lo sprinter spagnolo si è piazzato tra i primi tre. La vittoria, però, è arrivata solo in una occasione, al Trofeo Guerrita.
ALTRI CORRIDORI DA SEGUIRE (Puncheur, finisseur, scalatori)
Matteo Bellia (Biesse Carrera Gavardo): Bellia arriva al Giro un po’ sottotraccia, dopo un inizio di stagione non entusiasmante. L’anno scorso, però, finì il Giro in Top-10 e sfiorò la vittoria nelle prime due tappe del Giro della Valle d’Aosta. Resta un nome da seguire, poiché ha le qualità per far bene quando la strada sale.
Kevin Colleoni (Biesse Carrera Gavardo): Colleoni è un corridore che si destreggia bene in salita, soprattutto su ascese non troppo lunghe. Quest’anno è stato un habitué delle posizioni nobili delle classiche italiane internazionali. Al Giro potrebbe mettersi in mostra soprattutto grazie a qualche fuga.
Luca Rastelli (Delio Gallina Colosio Eurofeed): Il secondo classificato dei mondiali juniores di Bergen 2017 è un corridore particolarmente adatto a percorsi mossi. Di recente è arrivato 2° alla Coppa della Pace e ha vinto il Gran Premio Valverde. La gamba sembra esserci, insomma, e potrebbe essere protagonista in più occasioni.
Roger Adrià Oliveras e Iñigo Elosegui Momene (Lizarte): Adrià ed Elosegui sono i due scalatori di spicco della Lizarte. Entrambi, nelle ultime due stagioni, hanno ottenuto ottimi risultati nelle gare spagnole. Potrebbero mettersi in mostra con delle fughe come fare bene in classifica generale.
Cristian Scaroni (Groupama-FDJ): Scaroni è uno degli attaccanti più temibili della categoria U23. Nella sua faretra sono presenti fughe a lunghissima gitata con cui fa tremare tutto il gruppo, dato che andare a riprenderlo non è impresa facile. Il 2° posto al Tour du Jura 2019 e il 3°, l’anno scorso, sul Monte Amiata al Toscana Terra di Ciclismo, fanno ben capire che Cristian è molto forte anche in salita. Tuttavia, vista la presenza in squadra di Nonnez e Inkelaar, è più facile che si concentri sulle fughe e sulla maglia verde, come ha fatto alla Ronde de l’Isard.
Thomas Vereecken (Lotto-Soudal U23): Dopo il sesto posto alla Ronde de l’Isard 2018, Vereecken non si è più confermato sui quei livelli. Reduce da un 2019 fin qui deludente, al Giro potrebbe recitare il ruolo di scudiero di Verschaeve, oppure dare la caccia alla maglia verde.
Fabio Mazzucco, Gianni Pugi e Filippo Zana (Sangemini-Trevigiani): La Sangemini schiera tre punte con caratteristiche simili tra loro. Mazzucco, Pugi e Zana sono corridori che se la cavano molto bene in salita e quest’anno si sono ben comportati nelle classiche italiane internazionali. Non è da cestinare l’idea che uno dei tre si concentri sulla classifica e non sui traguardi parziali. Magari Pugi, il più vecchio dei tre, già 26esimo l’anno scorso.
Barnabás Peák (SEG Racing Academy): Peák è un corridore totale. Veloce abbastanza da piazzarsi nei 10 al Giro di Piemonte. Forte in salita al punto da sfiorare la top-10 sulla Planche des Belles Filles al Tour Alsace. Al Giro, probabilmente, dovrà aiutare i compagni Schelling, Arensman e Groves. Ma e se avrà un po’ di libertà, potrà puntare a vincere qualsiasi tappa.
Davide Botta (Team Colpack): Con Bagioli e Covi in squadra, lo spazio per Botta è molto poco. Ma un corridore che nel 2018 ha centrato la top-10 sia al Valle d’Aosta che al Giro del Friuli, quando la strada sale avrà sempre un ruolo importante.
Markus Wildauer (Tirol KTM Cycling Team): Trionfatore l’anno scorso a Sestola, Wildauer è un corridore forte sia in salita che sul passo. Fare un Giro migliore rispetto al 2018, ove oltre alla vittoria di tappa ebbe anche l’onore di vestire la rosa, sarà difficile per lui. Ad ogni modo, le qualità per essere di nuovo protagonista ci sono.
Martin Marcellusi (Palazzago): Marcellusi, al momento, è il miglior primo anno italiano del 2019. Vincitore della Firenze-Empoli e 2° a San Vendemiano, Martin è un corridore completo, forte in salita e in sprint ristretti. Al Giro potrebbe fare bene in più occasioni.
Marco Murgano (Team Casillo Maserati): Murgano, nel 2019, è stato uno dei migliori interpreti delle classiche internazionali italiane. In salita si destreggia, ma è più facile che punti ai traguardi parziali piuttosto che alla classifica generale.
Edoardo Francesco Faresin (Zalf Euromobil Désirée Fior): Reduce dalla vittoria nella classifica degli scalatori nel 2018, Faresin proverà a ripetersi anche nel 2019. Molto, per lui, passerà anche dalla concorrenza che troverà nella sua strada verso la maglia verde.
Jesus David Peña (Colombia): Uno dei grossi punti di domanda del prossimo Giro d’Italia. Questo giovanissimo colombiano (classe 2000) in Europa ha collezionato solo DNF. In patria, però, ha vinto la Vuelta de la Juventud. Da lui ci si puà aspettare di tutto, sia un grande risultato che un grande flop.
Juan Fernando Calle Hurtado (Colombia): Al contrario degli altri colombiani, Calle corre in Europa. Più precisamente nella filiale U23 della Caja Rural. Quest’anno, in Spagna, ha ottenuto ottimi risultati, inclusa la vittoria nella prestigiosa Subida a Gorla-Bergara. In salita potrebbe fare fuoco e fiamme.
Mark Donovan (Team Wiggins): 4° l’anno scorso, Donovan sembra essersi completamente perso nel 2019. Dopo un primo anno tra gli U23 assolutamente distruttivo, dato che ha corso Giro, Valle d’Aosta, Alsace e Avenir, il britannico sembra essere totalmente scarico. Non corre dalla Liegi U23 (20 aprile), chissà che, nel frattempo, non abbia ritrovato la gamba per questo Giro.
Foto in evidenza: Facebook, Giro Under 23