Le corse di un giorno hanno una dominatrice assoluta: la Deceuninck
Rouler.cc tempo fa si chiedeva se fosse possibile per la Deceuninck, battere, in questo 2019, il record di successi stabilito lo scorso anno quando ancora si chiamava Quick Step. Settentatré vittorie arrivate in una stagione nella quale le prime luci dell’alba mostravano un roster senza più Kittel, Daniel Martin, Trentin e Boonen, e che per molti sarebbe significato un anno se non prossimo allo zero, almeno di transizione. Lo zero, o qualcosa di molto vicino invece, è stato per tante altre squadre, almeno nelle corse di un giorno.
Per la corazzata biancoblu arrivano affermazioni a ripetizione nelle Monumento (Terpstra al Fiandre e Jungels che regala alla squadra la prima Liegi dal 2003, anno della fondazione), oltre che nelle altre grandi classiche e nelle corse di un giorno dallo spessore più o meno importante: Alaphilippe alla Freccia Vallone, Tersptra ad Harelbeke e a Le Samyn, Viviani alla ex Tre giorni di La Panne, ora De Panne, Cavagna al Johan Museeuw Classics, Jakobsen alla Nokere Koerse e alla Scheldeprijs, Lampaert alla Dwaars door Vlaanderen, Hodeg alla Handzame Classic e nella seconda parte di stagione ancora Alaphilippe a San Sebastian e Viviani alla EuroEyes Cyclassics Hamburg. Senza scomodare i successi parziali nelle grandi e brevi corse a tappe. Vittorie di qualità, vittorie in quantità.
E per il 2019? Se Rouler.cc cercava la risposta eccola: Alaphilippe conquista la Strade Bianche (corsa che lo scorso anno mancava nel ricco paniere belga), fuoriclasse che vince in una corsa adatta ai purosangue. Una settimana prima Štybar coglie la prima corsa belga in carriera vincendo la Omloop Het Nieuwsblaad e il giorno dopo Jungels vince la sua prima classica delle pietre: la Kuurne-Bruxelles-Kuurne. Nello spaventoso conto di vittorie dello scorso anno erano state quattro le classiche primaverili in Belgio senza successo targato Quick Step: la spunta sulle prime due è stata messa, prossimamente toccherà alla Gand-Wevelgem (sfiorata nel 2018 da Viviani, secondo e in lacrime) e alla Freccia del Brabante (Serry quarto).
Oggi, 22 marzo, alla vigilia della Milano-Sanremo, le vittorie sono 18, una in più rispetto al 2018 nello stesso periodo, e con un’unica rivale: l’Astana, già battuta su diversi traguardi nelle corse della stagione.

La superiorità dei corridori della squadra guidata da quasi vent’anni da Lefevere è arrivata a un punto imbarazzante per gli avversari, schiacciati da giganti della strada, loro formichine al cospetto degli uomini in blu o biancoblu o come dir si voglia. La squadra di affiliazione belga, ma dalla composizione e filosofia cosmopolita, dimostra superiorità tattica in determinati contesti, superiorità numerica nelle fasi calde delle corse di un giorno dove spesso fanno a piacimento un po’ quello che gli pare, come bulli seduti in fondo al pullman.
E come pugili senza pietà quando irridono malcapitati sparring partner, la Deceuninck mette sul ring, pardon per strada, un variopinto numero di colpi capaci di sconfiggere l’avversario ogni volta in modo differente, oggi un montante al fegato, domani al naso o in piena mandibola, trionfando ai punti o per ko, per sfinimento, per verdetto dei giudici o in maniera netta.

Soffrire cambi di organico stagione dopo stagione? È un problema che non si pone. Va via Kittel ed ecco Viviani diventare re degli sprint, dividendosi la palma del Divoratore di Traguardi in Volata con Gaviria. Va via Gaviria ed esplode Jakobsen (per la verità già a segno nel 2018), che rispetto al colombiano sembra corridore ancora più completo, almeno per quanto riguarda le ambizioni nelle corse di un giorno. Va via Terpstra e si spiana la strada per Štybar, che infatti vince la sua prima classica belga, Lampaert sale di grado (chissà che non possa vincere proprio lui la Roubaix, altra corsa che manca al 2018 Wolfpack), Jungels allarga i propri orizzonti (non solo classiche vallonate e top ten nei Grandi Giri insaporite con vittorie e maglie parziali, ma anche corse sul pavé), Alaphilippe cresce fino a diventare leader assoluto e (forse?) il numero uno al mondo in questo momento su determinati percorsi. E come dimenticare Sénéchal, che lo scorso anno fece intravedere una certa affinità con le classiche del Nord, e in questo 2019 si sblocca e vince Le Samyn, corsa dominata in lungo e largo, indovinate da chi? Dalla Deucenink.
Gilbert resta totem di questa squadra e torna alla vittoria subito in questo inizio 2019 dopo una stagione dal magro bottino, Hodeg, atteso a prendersi lo scettro di velocista solido e a tratti imbattibile appartenuto al suo connazionale Gaviria, vince in Colombia proprio a casa di Gaviria, mentre l’antioquieño mestamente tagliava il traguardo in preda al mal di stomaco e alla nausea. Coincidenze o segni del destino? Lo capiremo in futuro.
Tutto questo arriva con un budget diminuito rispetto al passato (a un certo punto si era vociferato anche di una chiusura per mancanza di sponsor), ma sempre all’altezza del blasone, e inferiore ad altre squadre del World Tour.

Con la Milano-Sanremo la squadra belga ha la possibilità di posizionare all’interno della propria argenteria un’altra corsa sfuggita lo scorso anno: vista la forma di Alaphilippe e l’attitudine di Viviani, non ci sembra di sbilanciarci troppo dando loro ottime possibilità. Potranno così continuare a fare il bello e il cattivo tempo e a scherzare gli avversari come nelle classiche belghe, o a vincere semplicemente con l’uomo più forte e più in forma come nella Strade Bianche.
La fortuna degli avversari è che la Milano-Sanremo è la più imprevedibile delle corse e spesso non vince il più in forma, o il finalizzatore della squadra più forte, spesso in campo entrano altre situazioni. Certo è che fino a quando gli antagonisti in qualche modo non faranno fronte a una superiorità a volte disarmante, la Deceuninck continuerà a vincere tanto e vincere bene. Continueranno a irretire i rivali in meccanismi di gioco di squadra abbastanza ovvi, ma che trovano impreparati avversari che al momento sembrano incapaci di trovare degne contromisure. Qualcosa dovranno fare per invertire il trend, cercando magari di correre contro non solo al Sagan e al Van Avermaet di turno, ma anche contro di loro e rendere difficile la vita a una squadra che cambia gli uomini e continua a vincere come prima, più di prima.
Farsi furbi, studiare tattiche a tavolino, trattarli da nemici e uscire da questa specie di sindrome di Stoccolma in cui sembrano piombati o come prigionieri di una casa infestata dalla quale non si riesce a fuggire, evitando possibilmente marcamenti e tattiche conservative. Gli Astana al momento a livello di squadra sembrano gli unici che riescano a competere, grazie a momenti di eccellenza assoluta e a una forma a tratti straripante di alcune fra le sue punte, come abbiamo visto di recente tra Tirreno-Adriatico e Parigi-Nizza. Non a caso Fuglsang è stato l’unico a mettere in dubbio il successo alla Strade Bianche, Lutsenko è stato tra i migliori alla Omloop Het Nieuwsblaad, mentre alla Kuurne-Brussels-Kuurne, in fuga con Jungels i “kazaki” erano due.
Fino a due anni fa la Deceuninck era una squadra aspramente criticata, a volte a ragione, a volte per partito preso e con un nutrito gruppo di detrattori che non facevano che rimarcarne errori e piazzamenti, ora però sembra aver conquistato tutti; i Ramones cantavano: “Today Your Love, tomorrow the world” e quel mondo oggi, è in mano alla Deceuninck. Agli altri non resta che provare a prenderli.
Foto in evidenza © Claudio Bergamaschi