World Tour 2019: BORA-hansgrohe, CCC, Deceuninck-Quick Step

BORA-hansgrohe

L’incapacità di assistere al meglio Peter Sagan durante le classiche del Nord e le giornate in pianura sembra solo un ricordo per la BORA, intenzionata a fare incetta di successi col fuoriclasse slovacco. Alla pattuglia scelta formata da Bodnar, Burghardt e Oss si è aggiunto Oscar Gatto, uno dei migliori amici di Sagan e abile a muoversi sul pavé. I velocisti di punta sono Bennett, reduce da un 2018 di altissimo livello, e Ackermann, definitivamente esploso e atteso in un grande giro (probabilmente quello italiano, a discapito di un Bennett che non ha gradito). Le classiche collinari non dovrebbero regalare particolari emozioni anche se la presenza di Sagan fino alla Liegi fungerà sicuramente da spauracchio. Schachmann, McCarthy e Konrad saranno delle schegge impazzite e pericolose durante tutto l’arco della stagione mentre le ambizioni di classifica generale nelle grandi corse a tappe (ad eccezione del Tour de France, dove la squadra sarà ancora una volta devota a Sagan) sono riposte nelle gambe di Formolo e Buchmann. Resta da capire cosa vuole fare Majka del suo futuro. Dopo una promettente prima parte di carriera, da un paio di stagioni sembra aver smarrito la chiarezza d’intenti: alterna tentativi di fuga a idee di classifica, nelle classiche non si vede mai ma vanta tre piazzamenti tra Liegi e Lombardia. Con una squadra a supporto potrebbe ancora avere la possibilità di tornare a far bene nei grandi giri ma annusando l’aria che tira alla BORA forse farebbe meglio a mettersi in proprio e rimpinguare il palmarès con successi parziali ampiamente alla sua portata.

 

CCC

Vestendo i panni di squadra meno fornita del World Tour, la neonata CCC non può far altro che circondare Van Avermaet durante le classiche e buttarsi all’attacco per tutto l’anno. Il belga è un corridore buono per tutte le stagioni, non soltanto tra marzo e aprile: essendo il capitano unico avrà uomini a disposizione, Schär e Van Keirsbulck i più solidi. Mareczko approda finalmente in una squadra che gli permetterà di giocarsi le sue carte sui traguardi più prestigiosi del mondo. Vedremo se reggerà l’urto: non ha ancora venticinque anni e l’esperienza alla Wilier Triestina non sempre è stata stimolante e veritiera. Per conquistare il successo di tappa al Giro d’Italia che gli è sfuggito per un nonnulla nel 2017 e nel 2018 potrà contare sul mestiere e i consigli di Fran Ventoso, ruota veloce che in passato ha saputo farsi valere e che arrivata ai trentasei anni dovrebbe reinventarsi apripista. Il resto della ciurma è composto da attaccanti, riottosi, utopisti, anarchici e insurrezionalisti: Bevin, De La Parte, De Marchi, Geschke, Pauwels, Ten Dam.

 

Deceuninck – Quick Step

Nonostante il cambio di sponsor la Quick-Step è ancora la squadra più completa del World Tour insieme al Team Sky. Persino le grandi corse a tappe, storicamente il tallone d’Achille dei belgi, non fanno più paura: Mas e Jungels, seppur non facciano ancora parte della prima fascia, hanno già dimostrato di essere tagliati per un esercizio del genere. In più c’è Evenepoel, che nel 2019 non correrà molto ma che ha già dichiarato di ambire ai grandi giri, sognando di ripercorrere le orme del suo idolo: Alberto Contador. Le classiche saranno ancora una volta il terreno di caccia preferito della Quick-Step. Accanto a fuoriclasse come Alaphilippe e Gilbert pedaleranno outsider di lusso come Štybar e Lampaert. Viviani, il velocista di riferimento, non ha perso le ruote di Mørkøv, Richeze e Sabatini ma dovrà guardarsi con attenzione e senza superbia da giovani rampanti come Jakobsen e Hodeg che faranno parlare di sé e che non esiteranno a soffiargli il posto qualora l’italiano dovesse incappare in una stagione storta. Il record di settantasette vittorie stagionali stabilito nel 2018 potrebbe non essere al sicuro.

 

Tutte le immagini sono prese da @twitter La Guia del Ciclismo

Davide Bernardini

Davide Bernardini

Fondatore e direttore editoriale di Suiveur. È nato nel 1994 e momentaneamente tenta di far andare d'accordo studi universitari e giornalismo. Collabora con la Compagnia Editoriale di Sergio Neri e reputa "Dal pavé allo Stelvio", sua creatura, una realtà interessante ma incompleta.