World Tour 2019: Mitchelton-Scott, Movistar, Dimension Data

Mitchelton-Scott

Yates e Chaves protagonisti al Giro 2018, e attesissimi nei Grandi Giri anche per il 2019
(foto @Twitter cycling_360)

La Mitchelton-Scott ha tra le proprie fila uno dei corridori più forti al mondo: Simon Yates, ventisei anni e ancora tanti traguardi da conquistare. Per la squadra australiana i grandi giri non sono un problema: i due gemelli Yates saranno supportati da eccellenti gregari come Haig e Hawson con Nieve pronto a colpire non appena la strada glielo permetterà. Anche Chaves viene annunciato come definitivamente recuperato dopo due stagioni piene di problemi. Molte responsabilità ce le ha Trentin. Per il ventinovenne campione europeo il 2019 sarà decisivo: ha il compito di fare bene al Nord e in qualche volata sparsa qua e là, dato che non c’è nemmeno l’ombra di un velocista puro. Non ha purtroppo molte spalle sulle quali appoggiarsi e, ad oggi, c’è più da perdere che da guadagnare. Per le classiche collinari valgono i nomi fatti sopra per i grandi giri ai quali va aggiunto Albasini, silenzioso e pericoloso come sempre. Affini e Stannard sono due tra i nuovi nomi più interessanti: magari tra qualche anno figureranno di nuovo in queste righe ma come capitani o corridori da tenere d’occhio.

 

Movistar

foto @twitter La Guia del Ciclismo

La novità più importante in Movistar è la maglia di campione del mondo di Valverde, che sicuramente rende onore ad una carriera memorabile ma che, altrettanto sicuramente, non dovrebbe farlo entrare in un’altra dimensione, come invece avremmo potuto sostenere se a indossare l’iride fosse stato un ventottenne. Invece Valverde di anni ne ha dieci in più, trentotto: ma nemmeno il 2019 sembra la stagione in cui assisteremo al suo declino. Deve vendicare un 2018 opaco sulle Ardenne: troverà diversi contendenti pronti a ricordargli che il tempo passa per tutti. Per il resto, poco altro. Roelandts, come dimostra il suo passato, rende bene in primavera, tra Sanremo e Roubaix, ma è praticamente da solo. Le volate continuano a non essere contemplate da Unzué; dunque i tre grandi giri verranno affrontati per vincerli: i traguardi parziali non possono bastare. Oliveira non sembra in grado di eguagliare i migliori cronoman del circuito ma in compenso avrà ancora spazio e fiducia per cercare il risultato personale nelle prove contro il tempo. Valverde, Landa e Quintana sono i capitani, Carapaz e Soler due seconde linee da temere, Amador, Bennati, Rojas e Betancur la scorta. L’unico rivale che la Movistar deve temere è la disorganizzazione che regna in un pollaio quando nessuno dei galli è intenzionato ad abbassare la cresta e la mano del vecchio non si fa sentire.

 

Dimension Data

foto @twitter La Guia del Ciclismo

Sulla carta la Dimension Data è una squadra senza capitani e composta perlopiù da mezzepunte. Proprio per questo motivo è la squadra più interessante del World Tour: difficile capire cosa aspettarsi e il dubbio aumenta il fascino. Se tutto va per il verso giusto sarà una delle poche squadre ad animare la contesa da febbraio ad ottobre. Mark Cavendish è un’incognita: il passato fa sì che non possa essere escluso a priori, il presente sembra però nebbioso. Le altre due ruote veloci sono Nizzolo, che avrà spazio a sufficienza e che a nostro parere dovrebbe provare anche ad inserirsi in qualche tentativo da lontano e vedere come va a finire, e Boasson Hagen: la duttilità è il marchio di fabbrica del norvegese, a patto che il 2019 non sia una di quelle stagioni in cui decide di eclissarsi. Gasparotto punterà tutto sulle Ardenne dove però dovrà mettersi d’accordo con Kreuziger e Valgren (il podio della Amstel Gold Race 2018, rispettivamente terzo, secondo e primo). Il ceco non ha più le gambe per fare classifica in un grande giro e dunque reciterà da mina vagante nelle classiche e nelle corse di tre settimane. Valgren è uno dei corridori del gruppo che meno si presta alle etichette: per età e palmarès è uno dei due capitani insieme a Boasson Hagen (il che la dice lunga sulla volatilità di questa squadra), si adatta e improvvisa ovunque ma la Dimension Data non lo proteggerà col gioco di squadra come invece riesce magnificamente all’Astana. O’Connor ha il dover di rafforzare le buonissime prestazioni italiane della scorsa primavera, da Meintjes invece è difficile aspettarsi qualcosa: ha ventisei anni ma l’ultimo è stato orribile e i precedenti buoni ma anonimi. Un attacco da parte sua, per dire, non ce lo aspettiamo di sicuro. Con Cummings e King si vive alla giornata, con Mäder e De Bod si spera in un futuro che sia almeno un po’ più stabile di questo claudicante (ma frizzante) presente.

Tutte le immagini sono prese da Twitter @La Guia del Ciclismo

Davide Bernardini

Davide Bernardini

Fondatore e direttore editoriale di Suiveur. È nato nel 1994 e momentaneamente tenta di far andare d'accordo studi universitari e giornalismo. Collabora con la Compagnia Editoriale di Sergio Neri e reputa "Dal pavé allo Stelvio", sua creatura, una realtà interessante ma incompleta.