Albert Zweifel, il meccanico che divenne un mito del ciclocross

Albert Zweifel è stato uno dei più grandi ciclocrossisti del mondo.

 

 

Tour de Suisse, 1976. Il gruppo sta affrontando la discesa del Furkapass, le velocità sono elevatissime. A un certo punto, in circostanze poco chiare, un corridore investe un tifoso e cade in maniera violentissima. Sanguinante, rimonta in sella e prosegue fino al traguardo per gli ultimi quaranta chilometri. Solo una volta giunto all’arrivo, poiché totalmente incapace di aprire un occhio, decide di andare in ospedale a farsi visitare. Diagnosi: complicata frattura del cranio. Questo atleta, ignaro delle reali conseguenze dell’incidente di cui è stato vittima, ha appena fatto qualcosa di fuori dall’ordinario. D’altronde, l’uomo in questione non è proprio uno qualsiasi: è il campione mondiale di ciclocross in carica, è svizzero e il suo nome è Albert Zweifel.

Zweifel nasce a Rüti, Svizzera, il 7 giugno 1949 ed è un combattente nel senso più vero della parola. Per raggiungere gli obiettivi che si è posto nella vita ha sempre dovuto lottare. Probabilmente dire che non sia stato baciato dal talento è sbagliato, dato che parliamo di una persona che aveva oltre sette litri di capacità polmonare. Tuttavia, quel che è certo è che Albert Zweifel non è mai stato un predestinato delle due ruote. Anzi, più volte, in gioventù, come testimonia Hans Heusser, presidente del club sportivo in cui il campione elvetico è cresciuto, gli è stato consigliato di cambiare sport. Ma Zweifel era troppo affascinato dalle due ruote per ascoltare quei consigli che, letti ora, fanno anche un po’ ridere.

Nel 1967, a soli diciotto anni, prese parte ai Mondiali di Zurigo di ciclocross riservati ai dilettanti. Al tempo alternava lo sport alla professione di meccanico di carrozzeria. Fu un’esperienza formativa ma certamente non fortunata, dato che si vide costretto al ritiro. Come detto, però, Albert era uno che sapeva lavorare sodo; si rimboccò le maniche e migliorò stagione dopo stagione, fino a giungere quinto nel 1973 ai Campionati del Mondo open di Londra. Risultato che gli spalancò, a ventiquattro anni, le porte del professionismo.

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Albert, oltretutto, sotto molti aspetti era assolutamente avanti coi tempi. Durante la sua carriera assunse un massaggiatore personale, aveva bici su misura della cui manutenzione, dato il suo background professionale, si occupava lui stesso e seguiva un’alimentazione studiata per farlo rendere al massimo delle possibilità. Anche i suoi allenamenti, che prevedevano dietro moto, rulli, corsa sulla neve e pesi, non erano certamente usuali per un corridore degli anni ’70.

È probabilmente quest’attenzione per i dettagli che ha permesso a Zweifel di diventare non solo uno dei più grandi ciclocrossisti di sempre, ma anche un grande atleta a trecentosessanta gradi, la cui longevità ha del fenomenale. Non a caso, quando si è dilettato su strada ha ottenuto buonissimi risultati. Quattro volte tra i primi dieci al Tour de Suisse, dimostrandosi capace di andare forte sia in salita sia a cronometro. Può anche dire di essersi messo dietro Eddy Merckx nel 1977, anche se a quei tempi, ormai, il Cannibale era un lontano parente del fenomeno che fu.

Ma non si è mai sentito troppo affine alla corse su strada:  il suo vero amore era il fango. E con il salto di categoria arrivò anche il salto di qualità. Una stagione di apprendistato nel 1974, in cui già strappò un buon decimo posto alla rassegna iridata dei Paesi Baschi vinta dal veterano Albert Van Damme e poi la definitiva esplosione nel 1975. Otto vittorie nell’anno solare e il secondo posto ai Mondiali di Melchnau, battuto solo da un certo Roger De Vlaeminck, il quale, in quell’occasione, mise il punto esclamativo sul miglior biennio crossistico della sua carriera.

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Appuntamento con il trionfo iridato rimandato solo all’anno successivo, quando Albert dominò a Chazay-d’Azergues, in Francia. Secondo a un minuto e mezzo, in quell’occasione, il suo connazionale Peter Frischknecht. Per Peter conquistare l’argento alle spalle di Zweifel diventerà una costante. Il successo del ’76, ad ogni modo, sarà solo il primo di quattro consecutivi per il fenomenale elvetico.

Zweifel si impose ad Hannover nel 1977, con 2’05” su Frischknecht, secondo, e 2’35” sul terzo, nientemeno che il sette volte iridato Eric De Vlaeminck. Tris nei Paesi Baschi nel 1978. Sul podio con lui ancora Frischknecht, giunto a 54″, e il tedesco Klaus-Peter Thaler, il quale subì un distacco di 2’32”. Albert vinceva sempre alla grande, ma nel 1979, a Saccolongo, si superò.

Quel giorno, infatti, ci fu una gara di Albert Zweifel e una degli altri.

Nel circuito padovano, Zweifel corse per la storia, per fare un’impresa paragonabile a quella del grande Renato Longo a Zurigo nel 1967. Il successo arrivò con 4’03” sul connazionale Gilles Blaser e 8’21” sul belga Robert Vermeire. Il quinto a oltre dieci minuti, dall’ottavo in giù a contare i giri.

E dire che quel successo iridato sarà l’ultimo per un bel po’, poiché dall’anno seguente sul ciclocross piomberà come una cometa il fenomeno belga Roland Liboton. Quello tra Zweifel e Liboton era uno scontro generazionale. Da un lato Albert, l’ultimo dei crossisti tradizionali, dall’altro Roland, l’archetipo del corridore da fango moderno, forse più di Wolfshohl e dei De Vlaeminck il vero antenato di corridori visti dominare negli anni successivi come Sven Nys o Mathieu van der Poel.

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Tra il 1980 e il 1984 Liboton vincerà quattro Mondiali – fallisce solo nel 1981 quando trionfò Hennie Stamsnijder, ma quel giornò batté proprio Zweifel nella volata per il secondo posto. Albert perde in volata dal belga sia nell’82 che nell’84, mentre nel 1983 è sconfitto per appena nove secondi. In sostanza il valore dei due è molto simile, ma Roland è più veloce e questo gli permette di avere la meglio con costanza. Qualcosa, però, si rompe nel rapporto tra Liboton e la rassegna iridata nel 1985, quando in quel di Monaco di Baviera il campione belga si dovrà accontentare di un mesto decimo posto, mentre a vincere sarà il padrone di casa Thaler.

Liboton continuerà a essere il migliore al mondo nella disciplina per il resto del decennio, ma al Mondiale non sarà più capace di primeggiare. E dire che nel 1986 la rassegna iridata si svolge proprio in casa sua, a Lambeek, nel Brabante Fiammingo. Ma sotto la pioggia battente che, quel giorno, non lascia tregua alla cittadina belga, Roland affonda in un mare di fango.

È una gara veramente dura quella che va in onda a Lambeek, da ciclocross d’antan. Il tracciato è letteralmente sommerso. Sono pochi i tratti che i corridori riescono a fare in bicicletta. E mentre Liboton va sempre più giù, da quell’inferno spunta il trentaseienne Albert Zweifel, l’uomo dei circuiti duri, il crossista d’altri tempi. Albert è implacabile, stacca tutti, vince il duello con il giovanissimo connazionale Pascal Richard, il quale ha ben quindici anni in meno, e per la quinta volta in carriera, sette anni dopo l’ultima e a un decennio dalla prima, si laurea campione del mondo.

Correrà per altre due stagioni, poi si ritirerà dopo la rassegna iridata del 1988, conclusa in quarta posizione. In carriera Albert Zweifel ha vinto oltre trecento corse tra cui cinque Mondiali, come Renato Longo e André Dufraisse: meglio di lui ha saputo fare solo Eric De Vlaeminck, arrivato a quota sette. Da umile meccanico è riuscito a diventare uno dei più grandi campioni nella storia del ciclocross, costruendosi pian piano e lavorando su ogni dettaglio. Qualcuno lo considera persino il numero uno assoluto. D’altronde nessun altro, nella storia, è mai riuscito a vincere due Campionati del Mondo a dieci anni di distanza l’uno dall’altro.

 

 

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