La grande guida alla Volta a Portugal 2019

Dalla splendida Viseu parte l’edizione numero ottantuno della Volta a Portugal.

 

 

Il ciclismo portoghese è un mondo a sé. Ha le sue gare, le sue squadre e le sue stelle. Il tempo, là, sembra essersi fermato a decenni fa. La Volta a Portugal, corsa antichissima, in passato autentico grande giro e oggi gara di undici giorni, rappresenta il fulcro della stagione di questo bizzarro microcosmo ciclistico. La Grandissima, così soprannominata, infatti, in Portogallo è sentita tanto quanto il Giro in Italia e il Tour in Francia.

Nata nel 1927, ben prima della più famosa Vuelta a España, per mano dei quotidiani Diário de Notícias e Os Sports, ispirati dal successo di Giro e Tour, la Volta è vissuta come un’autentica festa dai portoghesi. Come ogni anno, oltretutto, verrà trasmessa dalla rete nazionale RTP, la quale, inoltre, la manda in streaming, non geobloccato e, dunque, visibile anche in Italia sul sito ufficiale.

Venendo alla corsa in sé, la prima notizia da dare è l’assenza del vincitore uscente delle ultime due edizioni, Raúl Alarcón, della W52-FC Porto. L’alicantino, infatti, non è riuscito a recuperare in tempo dopo essersi fratturato la clavicola circa un mese fa. L’edizione che ci aspetta, quindi, si prospetta priva di un padrone, con molti corridori pronti a darsi battaglia per sfruttare quella che sembra l’occasione della vita.

IL PERCORSO

La tappa con arrivo a Covilhã, prima del giorno di riposo, sarà una delle decisive in chiave classifica generale. ©volta-portugal.com

La Volta parte con un prologo di 6 km sulle strade di Viseu. Il giorno seguente, invece, tocca a una tappa ondulata per lo più nella prima parte, di 174 km, che va da Miranda do Corvo a Leiria. Sarà un’occasione buona per gli sprinter, verosimilmente, dato che il finale è molto facile. La terza frazione, 198,5 km da Marinha Grande a Loures, al contrario, presenta l’arrivo su un GPM di quarta categoria e, dunque, i velocisti dovranno vedersela anche con uomini di classifica particolarmente rapidi come Vicente García de Mateos.

Arrivo classico a Castelo Branco il quarto giorno, dopo 194 km di tappa con partenza da Santarém. Il traguardo è posto su una salita abbastanza semplice, non troppo impegnativa per gli sprinter. La tappa seguente, invece, è la più temuta in assoluto: 145 km da Pampilhosa da Serra a Covilhã, col traguardo posto in cima al mitico Torre, salita di oltre 20 km. Qua, alla vigilia del giorno di riposo, gli uomini di classifica sono chiamati ad uscire allo scoperto.

Dopo il sopraccitato giorno di riposo, si riparte con una frazione di 158 km da Oliveira do Hospital a Guarda, con arrivo posto su un GPM di 3a categoria, ideale per corridori esplosivi. La settima tappa, 190 km da Torre de Montecorvo a Bragança, rappresenta la terza occasione a disposizione delle ruote veloci. All’indomani, invece, si torna a salire. Si riparte da Bragança, infatti, e si percorrono 156 km che portano a Montalegre, in cima alla Serra do Larouco, ascesa non durissima (5,6% di media), ma lunga oltre 15 km.

La terzultima frazione, antipasto del gran finale, presenta un altro arrivo esplosivo, dopo 156 km con partenza da Viana do Castelo, a Felgueiras. Il giorno seguente, invece, sarà la volta dell’ultima tappa di alta montagna, la Fafe – Mondim de Basto, 133 km con due GPM di prima categoria, Alto de Barra e Barreiro, a precedere l’ascesa finale di Alto da Sra da Graça. La Volta si concluderà, poi, con una cronometro di 19,5 km tra le strade di Porto.

I FAVORITI

 

Prima fila:

Joni Brandão è senza dubbio il favorito numero uno della corsa. ©Joni Brandão, Facebook

Joni Brandão (Efapel): Già 2° nel 2015 e nel 2018, Brandão, tra coloro che ambiscono a vincere la Grandissima, è il favorito principe, in assenza di colui che l’anno scorso l’aveva battuto. In salita, verosimilmente, sarà il più forte e a cronometro si difende bene. Il suo 2019, fin qui, inoltre, è stato ottimo. Al GP Beiras ha vinto la tappa più dura staccando tutti. Nel Trofeu O Jogo ha conquistato la frazione regina battendo in uno sprint a due Luis Mendoça. Al GP Jornal de Notícias, invece, ha dominato le ultime tre tappe. Ha vinto in solitaria a Valongo e a Gondomar, mentre nella cronoscalata di Senhora da Assunção solo Edgar Pinto e Antonio Carvalho non hanno subito distacchi superiori ai 30″ da Brandao.

Vicente García de Mateos (Aviludo-Louletano): 3° nelle ultime due edizioni, García de Mateos ha davanti a sé un’occasione particolarmente ghiotta. Perché manca Alarcón e perché il percorso è veramente adatto a lui. Potendo vantare, infatti, una notevole esplosività, García de Mateos potrà sfruttare a suo favore i vari arrivi esplosivi disseminati lungo il tracciato. Inoltre, se ripeterà quanto di buono fatto a cronometro l’anno scorso, quando vinse la crono finale di Fafe, avrà anche le prove contro il tempo dalla sua parte. L’unico vero scoglio, invece, sembra essere la salita del Torre. Autore di un buon 2019 senza particolari guizzi, in cui spiccano il 5° posto alla Vuelta a Asturias e il 2° al GP Beiras, García de Mateos è, comunque, solito salire di giri alla Volta, per cui ci aspettiamo di vedere la sua miglior versione al via della Grandissima.

João Rodrigues (W52-Fc Porto): João è il candidato principale a sostituire Raúl Alarcón nel ruolo di leader della W52-FC Porto, la squadra portoghese più forte in circolazione. Il giovane classe ’94 di Faro è un corridore completo, forte in salita e a cronometro. L’anno scorso esplose sul finire della Volta cogliendo un 5° posto a Sra da Graça e un 2° nella cronometro di Fafe. In questa stagione, invece, si è piazzato nei 10 alla Volta ao Algarve e ha vinto la Volta ao Alentejo, in cui ha conquistato anche la crono di Castelo De Vide. Di recente ha dimostrato di avere la gamba buona per la Grandissima all’Ordiziako Klasika, conclusa in 11esima posizione. Sembrava dovesse aspettare ancora qualche anno per ricevere lo scettro da Re Raúl Alarcón, ma chissà che il forfait del suo capitano non gli consenta di essere incoronato già nel 2019.

Edgar Pinto (W52-Fc Porto): Non solo João Rodrigues, però, tra le frecce presenti nella faretra dei dragoni. Edgar Pinto è un corridore esperto e polivalente, veloce e forte sia sul passo che in salita. E’ arrivato più volte in top-5 alla Volta e in questo 2019, in cui è sbarcato alla W52-Fc Porto, sta vivendo la stagione della vita. Infatti, in primavera si è piazzato 5° al Giro di Turchia, 4° alla Vuelta a Asturias e 5° alla Vuelta a Aragón. Con questo stato di forma e vista la superiorità del suo team sulla concorrenza, dunque, risulta impossibile escluderlo dal novero dei favoriti.

Seconda fila:

 

Ex grande talento del ciclismo mondiale, campione iridato tra gli Under 23, Fabio Duarte cerca in Portogallo un successo che in Europa gli manca dal 2011. ©Cyclingnews

Frederico Figueiredo (Sporting Clube de Portugal-Taviria): 5° l’anno scorso, ove regalò diverse ottime prestazioni in salita, fra cui spicca il 4° posto alla Penha de Saude, Figueiredo dovrebbe essere il leader designato dello Sporting, nonostante la presenza in squadra di Tiago Machado. Questo non solo per quanto fatto l’anno scorso, ma anche poiché nel 2019 sta andando decisamente meglio in salita rispetto all’ex Katusha. Al Figueiredo visto nel 2018 manca un po’ di recupero per poter lottare per il bersaglio grosso, ma è relativamente giovane e potrebbe aver fatto quel passo avanti che gli serve per competere coi migliori. Quanto fatto vedere di recente tra campionato nazionale, dove ha chiuso 4° spalleggiando il compagno José Mendes poi vincitore, e il GP de Torres Vedras – 4° nella generale e 3° nella tappa regina – fa effettivamente ben sperare.

João Benta (Rp-Boavista): Arrivato nei 10 nelle ultime due edizioni, col 6° posto dell’anno scorso che rappresenta il suo miglior piazzamento in carriera alla Grandissima, Benta è un altro tra gli outsider più temibili. Poco conta che in questa stagione si sia visto poco, dato che è solito girare un paio di viti in vista della Volta. Più problematiche, invece, sono le lacune a cronometro. Nel prove contro il tempo, infatti, ha sempre pagato, dai grandi favoriti di questa Volta e, salvo prestazioni della vita, rischiano di essergli fatali anche nell’imminente edizione della Grandissima.

Fabio Duarte (Medellin-Inder): Non poteva che essere Fabio Duarte, fresco di vittoria alla Vuelta a Colombia, il primo corridore in griglia non tesserato per una squadra portoghese. Il colombiano, sconosciuto giusto ai tifosi più recenti, a 33 anni sta vivendo una seconda giovinezza. Non solo il trionfo nella corsa di casa nel suo 2019, infatti, ma anche la vittoria nella Vuelta a Cundinamarca e il 3° posto alla Vuelta a Chiloé. Se si esprimerà in salita su livelli consoni al suo talento, sarà una brutta spina nel fianco per tutti.

António Carvalho (W52-Fc Porto): Carvalho è la terza punta a disposizione della W52-Fc Porto e, per la verità, se sta bene non è nemmeno troppo inferiore alle altre due. Dopo il bel 6° posto del 2017, nel 2018 non si è ripetuto, ma di recente sembra aver ritrovato un buon colpo di pedale. Al Gp Jornal de Notícias è giunto 5°, mentre in entrambi i campionati nazionali è salito sul podio. Forte sia in salita che a cronometro, potrà anche beneficiare della netta superiorità del suo team sul resto della concorrenza.

Terza Fila:

Il classe ’76 Oscar Sevilla, capace in carriera di un podio alla Vuelta e una top ten al Tour, non ha la minima intenzione di lasciare il passo ai corridori più giovani. ©albacetediario.es

Henrique Casimiro (Efapel): Casimiro sarà il braccio destro di Brandão, ma verosimilmente curerà anche la sua classifica. Habitué dell’alta top-10 della Volta, quest’anno, oltretutto, sembrerebbe avere anche la condizione della vita. Neanche un mese fa, infatti, ha vinto nettamente il GP de Torres Vedras, noto antipasto della Grandissima.

Óscar Sevilla (Medellin-Inder): Óscar l’immortale va sempre fortissimo. Quest’anno ha vinto la Vuelta a Chiloé ed è arrivato sul podio alla Vuelta a San Juan, alla Vuelta Independencia, al Tour of the Gila, alla Vuelta a Colombia e al Tour of Qhingai Lake. In nessuna di queste gare, però, la concorrenza era agguerrita come quella che troverà in Portogallo. Dunque viene da chiedersi se Sevilla sarà in grado di lottare per il podio anche qua, oppure dovrà accontentarsi di battagliare per una top-10 o una vittoria di tappa.

Ricardo Mestre (W52-Fc Porto): E siamo al quarto corridore della W52, peraltro l’unico che la Volta l’ha già vinta, anche se, ormai, sono passati 8 anni dal trionfo di Ricardo Mestre. Il portoghese, inoltre, nel 2018 ha fatto la sua miglior Volta (8°) proprio dai tempi di quel successo e quest’anno ha sempre palesato una buona gamba, vincendo, oltretutto, il GP Jornal de Noticias. Difficile immaginarlo vincitore, ma per un posto nei primi dieci c’è anche lui.

Daniel Silva (Rp-Boavista): Prima della sospensione del 2017 era uno dei nomi di spicco del panorama portoghese. Nel 2016 aveva toccato il punto più alto della sua carriera agguantando il podio alla Grandissima. Il suo ritorno nel 2018 non è stato particolarmente brillante e si è dovuto accontentare di un 12° posto finale. In questa stagione, al momento, non sta incantando. Solo al GP Jornal de Noticias, ove è giunto 6°, ha fatto vedere buone cose. Ma lui, già in passato, era solito alzare il suo livello alla Volta, per cui non va assolutamente sottovalutato.

Quarta fila:

Tiago Machado ai tempi del World Tour. ©cidadehoje.pt

Domingos Gonçalves (Caja Rural): L’unico portoghese di un team non lusitano, è anche uno dei maggiori candidati a un posto nei 10. Gonçalves, che è forte a cronometro e si difende in salita, l’anno scorso fu 9° e quest’anno cercherà, per quanto possibile, di migliorare quel piazzamento.

Luís Fernandes (Aviludo-Louletano): Fernandes, vice di García de Mateos, è uno scalatore molto forte, l’anno scorso arrivò nei 10 in entrambe le tappe più dure. Nel 2018 la top-10 gli sfuggì solo nell’ultima crono, in una Volta che ha un arrivo in salita in più rispetto all’edizione precedente, punta chiaramente a migliorare quel risultato.

David Rodrigues (RP-Boavista): Rodrigues fu 14esimo l’anno scorso correndo in appoggio a Benta. A N. S.ra da Graça, tuttavia, andò così forte da staccare anche il suo capitano. Nel contesto portoghese, peraltro, un 28enne come lui è ancora relativamente giovane e potrebbe, dunque, essere cresciuto ulteriormente rispetto al 2018. Il 6° posto alla Vuelta a Asturias e il 7° al GP Torres Vedras, in effetti, lasciano intendere dei miglioramenti da parte sua. La concorrenza all’interno della RP-Boavista è forte, ma chissà che non scali le gerarchie e lotti per le posizioni di vertice in questa Grandissima.

Tiago Machado (Sporting Clube de Portugal-Taviria): Solo una quarta fila per Tiago Machado, nonostante una decina d’anni fa lo si trovasse spesso nelle posizioni nobili della Volta. Il portoghese quest’anno non è mai arrivato nei 10 in nessuna corsa a tappe, per cui è difficile immaginarlo là a lottare con i migliori. Però, va detto, potrebbe anche essersi tenuto i colpi migliori per la Grandissima.

Quinta fila:

Pierpaolo Ficara di recente ha dimostrato di essere in grande forma: obiettivo top ten per lui a questo Giro di Portogallo. ©ibleinews.it

Alejandro Marque Porto (Sporting Clube de Portugal-Taviria): Il vincitore della Volta 2013 sembra ormai in costante calo da qualche anno a questa parte, anche se nelle corse a tappe riesce ancora a dire la sua, al contrario dello storico rivale Gustavo César Veloso. Al Gp Jornal de Noticias è arrivato 3° e a Torres Vedras 8°, per cui never underestimate the heart of a champion, anche se la Volta sembra un po’ troppo dura per l’attuale Marque e lo Sporting può vantare carte migliori nel suo mazzo.

José Mendes (Sporting Clube de Portugal-Taviria): Mendes rappresenta un’incognia totale. Per anni ha corso lontano dal Portogallo, prima in CCC, poi in NetApp/Bora e, infine, in Burgos BH. A 7 anni dall’ultima volta, nel 2019, è tornato a gareggiare in un team del paese natio. Alla Volta non è mai stato protagonista, ma da giovanissimo vinse la versione dedicata agli U23 e di recente ha conquistato il titolo portoghese in linea. Potrebbe fare benissimo, come essere evanescente in quest’edizione della Grandissima.

Jesús Del Pino (Vito-Fereinse-PNB): Nelle ultime due stagioni, correndo in maglia Efapel a supporto di Casimiro, ha concluso la Volta in 22esima e 17esima posizione. Quest’anno, per la prima volta in carriera, avrà l’onore e l’onere di guidare una formazione. Il recente 2° posto alla Ordiziako Klasika lascia intendere che la forma c’è, ora tocca a lui dimostrare di essere qualcosa in più di un corridore da 2oesimo posto.

Unai Cuadrado Ruiz de Gauna (Equipo Euskadi): L’U23 da seguire in questa Volta. Il basco Cuadrado è uno scalatore tanto forte in salita quanto mesto nelle corse contro il tempo. Tra gli U23 è arrivato 7° alla Course de la Paix e 5° all’Orlen GP. Di recente, invece, si è piazzato 13° all’Ordiziako Klasika. Di certo, quando la strada sale, è lecito aspettarsi qualcosa da lui.

Pierpaolo Ficara (Amore & Vita-Prodir): Ficara sta vivendo uno dei migliori momenti della sua carriera. Di recente è arrivato 2° al Tour de Savoie e 7° al Sibiu Cycling Tour. In Portogallo il livello è senza dubbio più alto, ma con questa gamba, magari, può lottare per una posizione attorno alla decima.

VELOCISTI E CACCIATORI DI TAPPE

Matteo Malucelli ambisce allo scettro di re delle volate in Portogallo e soprattutto cerca un successo che ancora gli manca in questo 2019. ©ciclismoweb.net

Bram Welten & Clément Russo (Arkéa-Samsic): Punta forte sugli sprint l’Arkea a questa Volta. Bram Welten è il nome per le tappe più semplici. Il giovane olandese, classe ’97, cerca la prima vittoria da pro da un anno e mezzo e questa potrebbe essere l’occasione buona. Il crossista Russo, invece, vincitore in primavera della Vuelta a Madrid, è il nome giusto per gli arrivi che tirano all’insù.

August Jensen (Israel Cycling Academy): Qualcuno se lo ricorderà, un paio d’anni fa, battere Dylan Teuns su un arrivo su uno strappo all’Arctic Race of Norway. Dopo un primo anno complicato alla Israel, Jensen si sta ritrovando nel 2019. In questa edizione della Grandissima può fare bene sia nelle volate classiche che in quelle piazzate su brevi salite.

Daniel Mestre & Samuel Caldeira (W52-Fc Porto): Ecco il duo W52 per i traguardi parziali. Mestre si occuperà degli arrivi esplosivi, mentre Caldeira sarà lo sprinter del team.

Matteo Malucelli (Caja Rural-Seguros RGA): Anche un po’ di Italia nelle volate della Volta. Malucelli non ha bisogno di presentazioni. In maglia Caja Rural ancora non si è sbloccato è la Grandissima potrebbe essere l’occasione buona.

Marco Tizza (Amore & Vita Prodir): Recentemente vincitore di un arrivo in quota al Sibiu Cycling Tour e 2° in una tappa del Tour de Savoie, Tizza è sicuramente uno dei nomi più temibili per tutti quegli arrivi posti su salite brevi.

Joao Matias (Vito-Fereinse-PNB): Joao Matias è forse il portoghese più pericoloso negli arrivi a ranghi compatti. Di recente ha vinto una volata di gruppo al GP Jornal de Noticias.

Leangel Linarez (Miranda-Mortagua): Linarez è stato il rivale di Matias negli sprint del GP Jornal de Noticias. Ha perso il primo scontro, ma dal secondo è uscito vittorioso.

Weimar Roldan (Medellin-Inder): Roldan è il velocista di riferimento della Medellin. Alla Vuelta a Colombia ha vinto due tappe allo sprint.

Luis Mendoça (Rp-Boavista): Mendoça è un nome pericolosissimo per gli arrivi esplosivi. Però non corre da maggio, per cui il suo stato di forma è un po’ un punto di domanda.

 

 

Foto in evidenza: ©Volta a Portugal, Facebook