La nostra presentazione delle squadre del World Tour continua con nomi interessanti.
CCC Team

Pur continuando ad avere in Van Avermaet la sola figura di riferimento, la CCC inizia la nuova stagione notevolmente rinforzata. Trentin è entrato nei migliori anni della sua carriera, un secondo violino che ha già dimostrato di saper recitare da primattore e che nelle classiche del nord formerà una pericolosa tenaglia proprio insieme a Van Avermaet. Zakarin continuerà ad essere inaffidabile, ma nelle sue giornate buone vale almeno una prestigiosa vittoria di tappa nei grandi giri. Il reparto degli attaccanti è il più fornito: a Van Avermaet, Trentin e Zakarin, corridori tutt’altro che parsimoniosi, si aggiungono De Marchi, Masnada, Geschke, Pauwels, De la Parte, Hirt e Bevin, uno dei corridori che più è migliorato nella passata stagione. L’unico velocista puro è Mareczko, all’ultimo anno di contratto con la CCC e probabilmente di fronte all’ultima possibilità di rimanere nel World Tour. Ad aprile compirà ventisei anni e il salto di qualità tanto anelato non è mai arrivato: soltanto qualche vittoria e una stagione costante potrebbero salvarlo da un’amara bocciatura. Per quanto riguarda i giovani, la CCC può vantarne tre estremamente interessanti: Sajnok, Valter e Zimmermann. A rigor di logica, di spazio per mettersi in evidenza ne dovrebbero avere abbastanza: i due corridori più forti si concentreranno perlopiù sulle classiche e sui percorsi misti, per tutti gli altri ci sono i traguardi parziali delle brevi e grandi corse a tappe.
Cofidis, Solutions Crédits

Dopo un decennio ritorna nella massima categoria del ciclismo una delle squadre francesi più longeve e lo fa in grande stile, puntando su un corridore titolato come Elia Viviani. Interessante la colonia azzurra: a fianco del velocista, infatti, ecco il fido Sabatini, già apripista alla Quick Step, il fratello Attilio, meno forte allo sprint di Elia ma più resistente negli arrivi tortuosi, e Consonni, che da tempo viene considerato un po’ il suo erede sia in pista che su strada. Nomi nuovi e di un certo peso sono anche quelli di Guillaume Martin e Barceló: entrambi giovani e con caratteristiche analoghe, i due potranno ambire a vincere tappe nei grandi giri, a movimentare le frazioni di montagna e a dire la loro anche nelle classiche più impegnative. Tra gli innesti vi sono anche Vermote – biennio in Dimension Data da dimenticare -, che si fa notare principalmente come uomo da pianura o per impostare il treno dei velocisti, e Haas alla ricerca del riscatto soprattutto nelle corse di un giorno. Il comparto dedicato al pavé assume una pedina importante: Allegaert. Il belga, vista anche la non irresistibile concorrenza interna, potrebbe essere l’uomo di punta al Nord, lui che nel 2017 da neoprofessionista e a soli ventidue anni riuscì a chiudere diciassettesimo nel velodromo di Roubaix. Ma le ruote veloci non sono solo quelle dei fratelli Viviani o di Consonni – occhio anche a lui sulle pietre, finalmente potrebbe assumere un ruolo di primo piano mancato in maglia UAE -, ma ecco Laporte, corridore capace di primeggiare allo sprint e di dire la sua anche nelle brevi corse a tappe senza grosse asperità grazie alla sua bravura nelle cronometro. Infine, tra i nuovi innesti merita una menzione il neoprofessionista Finé, corridore che per certi versi ricorda Alaphilippe, mentre tra i veterani della squadra abbiamo i fratelli Herrada, Hansen, Perez ed Edet, tutti da seguire nelle corse a tappe. Si segnalano in rosa anche il campione eritreo Berhane, reduce da un 2019 sottotono, l’ex talento tedesco Mathis e uno dei principali fugaioli del gruppo: Rossetto.
Deceuninck-Quick Step

La Deceuninck-Quick Step sta affrontando la fine di un ciclo. In un autunno ha perso corridori difficilmente sostituibili: Gilbert e Viviani ma anche Richeze, Sabatini, Mas e Capecchi. In più, chi è rimasto vede avvicinarsi sempre di più la fine della propria carriera: Štybar ha trentaquattro anni, Devenyns trentasei, Mørkøv trentaquattro e Keisse trentasette. Tuttavia, giocando d’anticipo e d’astuzia come spesso le riesce, la Quick Step non si è lasciata sorprendere né dagli addii né dal tempo che passa impietoso. La maggior parte dei corridori è compresa tra i venti e trent’anni e, almeno sulla carta, sembra poter garantire un futuro all’altezza del presente e del recente passato. La buona notizia per il ciclismo italiano è che in una sola sessione di mercato tre dei nostri sono finiti nello squadrone belga: Ballerini, finalmente in un ambiente da classiche; Andrea Bagioli, uno dei talenti più cristallini del ciclismo internazionale; e Cattaneo, il quale vede premiata la propria testardaggine nel riscattare un complicato inizio di carriera. Al Tour de France dovrebbe debuttare Bennett, anche se ha ventinove anni e considerando le sue doti avrebbe già dovuto pedalare sulle strade francesi. Alaphilippe è il leader indiscusso, Štybar e Jungels subito dietro per carisma e talento. A destare impressione, tuttavia, è la forma che la Quick Step potrebbe assumere in prospettiva: Almeida, Asgreen, Bagioli, Ballerini, Cavagna, Evenepoel, Garrison, Hodeg, Honoré, Jakobsen, Knox e Vansevenant sono compresi tra i diciannove e i venticinque anni. Basti dire che Lampaert, coi suoi ventotto anni, rischia di sembrare vecchio.
Foto in evidenza: ©Mathilde L’Azou, Twitter