World Tour 2020: CCC Team, Cofidis, Deceuninck-Quick Step

La nostra presentazione delle squadre del World Tour continua con nomi interessanti.

CCC Team

©CCC Team, Twitter

Pur continuando ad avere in Van Avermaet la sola figura di riferimento, la CCC inizia la nuova stagione notevolmente rinforzata. Trentin è entrato nei migliori anni della sua carriera, un secondo violino che ha già dimostrato di saper recitare da primattore e che nelle classiche del nord formerà una pericolosa tenaglia proprio insieme a Van Avermaet. Zakarin continuerà ad essere inaffidabile, ma nelle sue giornate buone vale almeno una prestigiosa vittoria di tappa nei grandi giri. Il reparto degli attaccanti è il più fornito: a Van Avermaet, Trentin e Zakarin, corridori tutt’altro che parsimoniosi, si aggiungono De Marchi, Masnada, Geschke, Pauwels, De la Parte, Hirt e Bevin, uno dei corridori che più è migliorato nella passata stagione. L’unico velocista puro è Mareczko, all’ultimo anno di contratto con la CCC e probabilmente di fronte all’ultima possibilità di rimanere nel World Tour. Ad aprile compirà ventisei anni e il salto di qualità tanto anelato non è mai arrivato: soltanto qualche vittoria e una stagione costante potrebbero salvarlo da un’amara bocciatura. Per quanto riguarda i giovani, la CCC può vantarne tre estremamente interessanti: Sajnok, Valter e Zimmermann. A rigor di logica, di spazio per mettersi in evidenza ne dovrebbero avere abbastanza: i due corridori più forti si concentreranno perlopiù sulle classiche e sui percorsi misti, per tutti gli altri ci sono i traguardi parziali delle brevi e grandi corse a tappe.

Cofidis, Solutions Crédits

©Mathilde L’Azou, Twitter

Dopo un decennio ritorna nella massima categoria del ciclismo una delle squadre francesi più longeve e lo fa in grande stile, puntando su un corridore titolato come Elia Viviani. Interessante la colonia azzurra: a fianco del velocista, infatti, ecco il fido Sabatini, già apripista alla Quick Step, il fratello Attilio, meno forte allo sprint di Elia ma più resistente negli arrivi tortuosi, e Consonni, che da tempo viene considerato un po’ il suo erede sia in pista che su strada. Nomi nuovi e di un certo peso sono anche quelli di Guillaume Martin e Barceló: entrambi giovani e con caratteristiche analoghe, i due potranno ambire a vincere tappe nei grandi giri, a movimentare le frazioni di montagna e a dire la loro anche nelle classiche più impegnative. Tra gli innesti vi sono anche Vermote – biennio in Dimension Data da dimenticare -, che si fa notare principalmente come uomo da pianura o per impostare il treno dei velocisti, e Haas alla ricerca del riscatto soprattutto nelle corse di un giorno. Il comparto dedicato al pavé assume una pedina importante: Allegaert. Il belga, vista anche la non irresistibile concorrenza interna, potrebbe essere l’uomo di punta al Nord, lui che nel 2017 da neoprofessionista e a soli ventidue anni riuscì a chiudere diciassettesimo nel velodromo di Roubaix. Ma le ruote veloci non sono solo quelle dei fratelli Viviani o di Consonni – occhio anche a lui sulle pietre, finalmente potrebbe assumere un ruolo di primo piano mancato in maglia UAE -, ma ecco Laporte, corridore capace di primeggiare allo sprint e di dire la sua anche nelle brevi corse a tappe senza grosse asperità grazie alla sua bravura nelle cronometro. Infine, tra i nuovi innesti merita una menzione il neoprofessionista Finé, corridore che per certi versi ricorda Alaphilippe, mentre tra i veterani della squadra abbiamo i fratelli Herrada, Hansen, Perez ed Edet, tutti da seguire nelle corse a tappe. Si segnalano in rosa anche il campione eritreo Berhane, reduce da un 2019 sottotono, l’ex talento tedesco Mathis e uno dei principali fugaioli del gruppo: Rossetto.

Deceuninck-Quick Step

©Deceuninck-Quick Step, Facebook

La Deceuninck-Quick Step sta affrontando la fine di un ciclo. In un autunno ha perso corridori difficilmente sostituibili: Gilbert e Viviani ma anche Richeze, Sabatini, Mas e Capecchi. In più, chi è rimasto vede avvicinarsi sempre di più la fine della propria carriera: Štybar ha trentaquattro anni, Devenyns trentasei, Mørkøv trentaquattro e Keisse trentasette. Tuttavia, giocando d’anticipo e d’astuzia come spesso le riesce, la Quick Step non si è lasciata sorprendere né dagli addii né dal tempo che passa impietoso. La maggior parte dei corridori è compresa tra i venti e trent’anni e, almeno sulla carta, sembra poter garantire un futuro all’altezza del presente e del recente passato. La buona notizia per il ciclismo italiano è che in una sola sessione di mercato tre dei nostri sono finiti nello squadrone belga: Ballerini, finalmente in un ambiente da classiche; Andrea Bagioli, uno dei talenti più cristallini del ciclismo internazionale; e Cattaneo, il quale vede premiata la propria testardaggine nel riscattare un complicato inizio di carriera. Al Tour de France dovrebbe debuttare Bennett, anche se ha ventinove anni e considerando le sue doti avrebbe già dovuto pedalare sulle strade francesi. Alaphilippe è il leader indiscusso, Štybar e Jungels subito dietro per carisma e talento. A destare impressione, tuttavia, è la forma che la Quick Step potrebbe assumere in prospettiva: Almeida, Asgreen, Bagioli, Ballerini, Cavagna, Evenepoel, Garrison, Hodeg, Honoré, Jakobsen, Knox e Vansevenant sono compresi tra i diciannove e i venticinque anni. Basti dire che Lampaert, coi suoi ventotto anni, rischia di sembrare vecchio.

 

 

Foto in evidenza: ©Mathilde L’Azou, Twitter