La straordinaria avventura umana di Yoann Offredo

Yoann Offredo pedala nel 2020 ma appartiene ad un altro ciclismo.

 

 

Sdraiato e semi-incosciente sul pavé del Gran Prix de Denain, Yoann Offredo sentiva soltanto il tepore del sole di marzo sulla sua pelle. Una sensazione bellissima, non c’è che dire, e tuttavia non avrebbe potuto esprimerla nemmeno volendo. Qualche ora più tardi, all’ospedale di Lille, i dottori gli avrebbero spiegato cos’era accaduto: tetraplegia momentanea causata da uno shock al midollo spinale. La capriola con la quale Offredo era atterrato sui ciottoli poteva compromettergli la carriera e anche qualcosa di più. Iniziò a muovere le dita soltanto in serata, riuscì a parlare soltanto il giorno dopo, riacquistò la mobilità totale dopo quindici giorni: nel frattempo, incubi e ansiolitici perché come gli spiegò la psichiatra che gli venne affiancata, shock simili spianano la strada a depressione e attacchi di panico.

«Ero prigioniero del mio corpo», raccontò poi Offredo. Stupendo il mondo del ciclismo, tornò alle corse il primo maggio, trentasette giorni dopo quel maledetto 24 marzo. Due mesi più tardi era al Tour de France e faticava a crederci. Nel Tour de France della rinascita per i francesi – Bardet maglia a pois, Alaphilippe in gialla e Pinot forte come non mai -, decine di tifosi andavano da lui ringraziandolo dell’esempio dato. «Il ciclismo è una straordinaria avventura umana», dichiarò commosso una mattina.

Yoann Offredo era stato un ragazzino come ce ne sono tanti: aveva iniziato a pedalare a dodici anni, stravedeva per Wiggins e Millar e sperava sempre di trovare un accredito, per terra o nella spazzatura, che gli permettesse di vedere da vicino i campioni che tifava. Non ne ha mai trovato uno, in compenso da bordo strada non si perdeva niente. Offredo si definisce «un romantico», ma l’ingenuità e l’illusione dei giovani le ha perse in fretta. Prima nel 2012, quando venne fermato per un anno dopo aver saltato tre controlli antidoping. «Una volta sono venuti a casa mia quando io ero alle corse», si lamentava all’epoca. «Come potete conteggiare un episodio del genere?».

La caduta al Gran Prix de Denain. ©Le Gregario, Twitter

La sua fede ciclistica vacillò poi nel 2017, quando venne assalito da una coppia mentre si allenava con un paio di amici. Offredo urlò dietro alla macchina che lo sfiorò, questa si fermò e il corridore francese si accorse che la donna alla guida aveva un coltellino in mano. Bloccò d’istinto la portiera, ma a quel punto scese il passeggero che gli spaccò una costola con una mazza da baseball e il naso con una testata. Michele Scarponi era stato investito e ucciso soltanto due giorni prima. «Non avvicinerò le mie due figlie al ciclismo», disse sfogandosi. «È troppo pericoloso». Siccome intervennero le forze dell’ordine, ci furono una denuncia e un processo; vennero multati in quattro: la coppia per aver aggredito Offredo, ma anche Offredo e uno dei suoi compagni per aver reagito a loro volta.

E allora si capisce come Offredo si trovi male a far parte del ciclismo odierno: un mondo ingessato, sempre più professionale e meno istintivo, dove bisogna stare attenti a tutto quello che si dice per non incappare nella tirata d’orecchie del giornalista di turno, dell’organizzatore di turno, del responsabile della comunicazione della squadra. «Il ciclismo deve tornare ad essere più popolare», dichiarava tempo fa. Perché i numeri serviranno anche a vincere, ma le emozioni servono a vivere, e Offredo non ha dubbi: delle due alternative, sceglie la seconda.

Lui che alla vittoria s’è sempre interessato il giusto: in carriera ne ha una soltanto, conquistata nella sua vita precedente al Tour de Picardie 2009, quand’era un giovane talento invaghito delle classiche – nel 2011 fu settimo alla Milano-Sanremo. Per realizzare che non ne avrebbe mai vinta una ci ha messo tanto tempo, ma alla fine l’ha capito e al termine del 2016 ha lasciato la FDJ per la Wanty. «Da quando hanno perso Antoine Demoitié, si è creato un gruppo forte e unito: un’occasione che non potevo lasciarmi sfuggire», spiegò. «Cosa vi consiglia un corridore esperto come Offredo?», venne chiesto tempo fa ai corridori più giovani della Wanty. «Ad amare il ciclismo, a non lamentarsi, ad allenarsi senza tabelle e orari quando la giornata è bella e a salutare ogni ciclista che incontriamo», risposero loro.

©Maillot jaune LCL, Twitter

Il Tour de France 2019 di Offredo, tuttavia, non è consistito soltanto nell’incassare i complimenti dei suoi tifosi. Nella prima settimana, ad esempio, è andato spesso in fuga con Stéphane Rossetto, una coppia d’attaccanti che ha guadagnato una popolarità insperata. I due, più che colleghi, sono amici di lunga data: Rossetto è il padrino di una delle figlie di Offredo, le famiglie si conoscono bene. La loro miglior tappa fu la settima, in fuga da soli verso Chalon-sur-Saône e ripresi ad una decina di chilometri dall’arrivo.

Il giorno più brutto per Offredo, però, sarebbe stato il successivo: vomito e malanni lo avevano minato e indebolito, rimase da solo in fondo al gruppo per decine di chilometri e concluse penultimo a mezz’ora da De Gendt – penultimo e non ultimo perché per strada trovò Bak, il quale mosso a compassione percorse gli ultimi chilometri con Offredo. «Non potevo mollare, non avrei dato l’esempio giusto alle mie figlie e a mia moglie», disse al traguardo. «Il Tour può abbandonarmi per strada, ma io non abbandonerò mai il Tour». Offredo ripete da anni che a motivarlo sono gli occhi dei bambini perché rivede sé stesso a bordo strada quand’era come loro. «Ogni loro sguardo basta per una decina di chilometri», rivelò qualche anno fa. Per salvare la giornata, a Yoann Offredo basta incrociare una ventina di sguardi al giorno.

 

 

Foto in evidenza: ©France Bleu Creuse, Twitter

Davide Bernardini

Davide Bernardini

Fondatore e direttore editoriale di Suiveur. È nato nel 1994 e momentaneamente tenta di far andare d'accordo studi universitari e giornalismo. Collabora con la Compagnia Editoriale di Sergio Neri e reputa "Dal pavé allo Stelvio", sua creatura, una realtà interessante ma incompleta.