Shirin van Anrooij e Puck Pieterse sono gli astri nascenti del ciclocross femminile

Shirin van Anrooij e Puck Pieterse rappresentano il futuro della disciplina.

 

 

Il ciclocross femminile sta vivendo un momento di particolare fermento. Mai nella verde storia della disciplina, infatti, si erano viste così tante giovani fuoriclasse come nel periodo attuale. Ceylin del Carmen Alvarado, Annemarie Worst e Yara Kastelijn, tutte nate nella seconda metà degli anni ’90, sono ormai in cima alla piramide del segmento del pedale che si snoda tra prati, sabbia e fango. Ci sono due ragazzine classe 2002, però, che scalpitano dal desiderio di scalzarle. Parliamo delle neerlandesi Shirin van Anrooij e Puck Pieterse, atlete diversissime tra loro, ma accomunate da un talento che, in ambedue i casi, sembra decisamente fuori dal comune.

Van Anrooij è una crossista che fa della potenza e delle doti podistiche i suoi punti di forza. Ha un background di atleta di endurance a trecentosessanta gradi. Pratica duathlon, disciplina di cui è campionessa neerlandese elite nella specialità sprint (cinque chilometri a piedi, venti in bici e due e mezzo nuovamente a piedi), e triathlon. In estate, inoltre, si diletta nel ciclismo su strada e l’anno scorso ha vinto gli Europei juniores a cronometro e ha sfiorato anche il titolo Mondiale di specialità. In gara è solita dare il meglio di sé nei tratti sabbiosi, ove già oggi è probabilmente una delle prime cinque al mondo, e nei lunghi rettilinei nei quali può sprigionare tutti i suoi watt. Ricorda veramente tanto Wout van Aert, per le sue caratteristiche e per la frequenza esagerata con cui martella sui pedali.

Shirin van Anrooij. ©UCI, Twitter

Pieterse, al contrario, non ha, come peraltro ammesso da lei stessa in un’intervista a utrechtsesportkrant.nl, le doti di resistenza dell’amica-rivale, ma può vantare una tecnica decisamente sopraffina. La neerlandese, facilmente riconoscibile in gara per via dei suoi fluenti capelli rossi, è stata forgiata anche dall’esperienza nel cross-country. D’estate, infatti, pratica mountain bike e se la cava egregiamente anche nell’universo delle ruote grasse. Nel 2019 è stata campionessa nazionale juniores di XC ed è giunta settima nella rassegna iridata di Mont Sainte-Anne.

Quest’anno le due hanno sempre corso con le Elite, come da prassi nel cross femminile, tranne in tre occasioni, in cui hanno potuto misurarsi solo con le coetanee. La prima furono gli Europei di Silvelle, ove, su un tracciato reso particolarmente fangoso dalla pioggia del giorno precedente, Pieterse la spuntò grazie alla sua capacità di guidare sul fango. Van Anrooij non riuscì a far valere tutta la sua potenza e arrivò addirittura terza, preceduta anche dalla francese Olivia Onesti. Shirin, ad ogni modo, si prese la rivincità ai campionati neerlandesi juniores. In quel di Rucphen, Pieterse dovette accontentarsi del secondo posto, staccata di venti secondi dall’amica-rivale. La terza, Fem van Empel, ragazza capace di arrivare quinta al Mondiale partendo dalla quarta fila, giunse al traguardo con due minuti e trentasei secondi di distacco dalla vincitrice. Un dato che ci fa ben capire il valore delle prime due.

La terza occasione in cui van Anrooij e Pieterse hanno corso nella categoria junior, ovviamente, sono stati i sopraccitati Mondiali di Dübendorf. Il circuito elvetico, con il terreno asciutto, era veramente perfetto per Shrin. Van Anrooij, infatti, poteva far valere tutti i suoi watt nei lunghissimi rettilinei presenti nel tracciato che si snodava all’interno di un ex aerodromo militare. L’enfant prodige neerlandese, dunque, è stata capace di rendersi protagonista di una prestazione devastante. Shirin è partita fortissimo e ha piegato la resistenza della concorrenza già al primo giro. Anche Pieterse, la quale alla fine sarà seconda, non ha potuto nulla contro la connazionale.

Puck Pieterse. ©Veldritkrant, Twitter

Nel corso dell’annata Pieterse, che durante la prima stagione da junior era quella che aveva impressionato di più, dato che era giunta quinta all’Europeo Under 23 e sesta al Mondiale Under 23 (la categoria donne junior è nata quest’anno, ndr), ha corso decisamente meno rispetto a van Anrooij. Questo poiché Puck ha deciso di concentrarsi particolarmente sulla scuola, visto che l’esame di maturità è ormai imminente. Ad ogni modo, la funambola neerlandese ha comunque ottenuto tanti ottimi risultati. Tra tutti spiccano il nono posto in Coppa del Mondo a Tabor e, soprattutto, il quinto nell’Avondcross di Diegem, tappa storica del Superprestige. In quell’occasione, l’astro nascente di ciclocross e cross-country riuscì a mettersi dietro campionesse del calibro di Alice Maria Arzuffi, superata proprio a pochi metri dal traguardo, Sanne Cant ed Eva Lechner.

Van Anrooij, come detto, ha attaccato il numero alla schiena più spesso e su ventidue competizioni disputate ne ha concluse diciotto tra le prime dieci. In realtà, però, diciotto è anche un numero fasullo, poiché in due delle quattro occasioni in cui Shirin non è entrata nelle prime dieci la causa non sono state le sue gambe, ma la sfortuna.

Nel recente Parkcross di Maldegem, infatti, la giovane neerlandese si è scontrata con Yara Kastelijn mentre era in seconda posizione, subito alle spalle di Worst. In quel frangente è caduta male e si è vista costretta a ritirarsi. Per quanto aveva mostrato sulla sabbia del circuito fiammingo che storicamente succede il Mondiale, quel giorno poteva anche giocarsi il successo. Nell’Avondcross di Diegem, invece, van Anrooij era nel gruppo di testa con Kastelijn, del Carmen Alvarado, Worst e Inge van der Heijden. Tuttavia, a un giro dalla fine forò e nel box più vicino non vi era nessuno con la sua bicicletta di scorta. Non solo, quindi, le sfuggì via la possibilità di centrare l’ennesima top ten, ma anche quella di arrivare, da juniores, sul podio di in una prova delle tre Challenge.

©La Bicicleta News, Twitter

Ad ogni modo, Shirin alla fine ce l’ha fatta a conquistare un piazzamento tra le prime tre in una frazione di una delle tre grandi manifestazioni della stagione crossistica. Nel Krawatencross di Lille di sabato scorso, ultima tappa di DVV Verzekeringen Trofee 2019-2020, infatti, dopo una brutta partenza, ha rimontato ben diciotto atlete ed è andata ad acciuffare il gradino più basso del podio. Solo del Carmen Alvarado e Worst l’hanno preceduta, mentre Inge van der Heijden si è dovuta arrendere nel finale al suo strapotere. Prima di lei, giusto Sanne Cant e Marianne Vos erano riuscite a conquistare un traguardo del genere in così giovane età (Vos arrivò addirittura sul podio in Coppa del Mondo a Kalmthout a quindici anni, da allieva, nel 2002. Ma si sa, Marianne è un’autentica dea del pedale, capace di cose che gli umani non possono nemmeno immaginare).

Ovviamente i team di spicco hanno già messo sotto contratto le giovani Dioscure per la prossima stagione. Van Anrooij, nel 2020-2021, si trasferirà alla corte di Sven Nys alla Telenet Baloise Lions. Qua troverà anche una certa Lucinda Brand, con la quale si dividerà la leadership del sodalizio nelle gare femminili. Pieterse, invece, affiancherà Mathieu van der Poel e Ceylin del Carmen Alvarado alla Alpecin-Fenix. Una scelta da leggere anche in ottica cross-country, disciplina che Puck continuerà ad affiancare al ciclocross nei prossimi anni.

La storia del cross è da sempre fatta di grandi dualismi, da Rondeaux-Dufraisse, a Longo-Wolfshohl, De Vlaeminck-Van Damme, Zweifel-Frischknecht, Liboton-Stamsnijder, Pontoni-Bramati, Vos-Kupfernagel, Nys-Albert fino ad arrivare ai recenti van der Poel-Van Aert e del Carmen Alvarado-Worst. Il futuro è imprevedibile, ma sembrano esserci tutti i crismi per poter assistere, nei prossimi anni, a una grande rivalità anche tra Shirin van Anrooij e Puck Pieterse.

 

 

Foto in evidenza: ©Veldritkrant, Twitter