Jaakko Hänninen, e tu da dove salti fuori?

Passato professionista con la AG2R La Mondiale, Jaakko Hänninen ha già stupito.

 

 

Avere ventitré anni e non dimostrarli è un bel problema, specie quando si entra in un bar a bere una birra. Jaakko Hänninen è uno di quelli che dovrebbe mostrare la sua carta d’identità per confermare l’età. Viso pulito, pallido come il sole di novembre; denti bianchi come la schiuma da barba (che non ha); due guance rosse tipiche degli scandinavi: a guardarlo in faccia si direbbe sia un ragazzo al primo anno di superiori. Nella foto del podio della prova in linea riservata agli Under 23 del campionato del mondo di Innsbruck, infatti, sembra un pacato minorenne appagato di trovarsi con una medaglia al collo. Ma il ragazzino non è lì per caso, ci sa fare. In una nazione come la Finlandia, ultimamente molto avara di talenti nel mondo sportivo, è riuscito a mettersi in luce per merito proprio, certamente non per demeriti altrui. Rein Taaramäe ne sa qualcosa.

©Jaakko Hänninen, Twitter

La storia ciclistica di Hänninen inizia con la mountain bike. Spinto dall’entusiasmo del padre e del fratello maggiore corre la sua prima gara, come spesso capita nei paesi scandinavi, a otto anni. È una cronometro di dieci chilometri e lui gareggia con una mountain bike. La volontà di inseguire il sogno in uno sport in cui raramente i finlandesi si imbarcano è tale da farlo salire in sella a un monociclo anche quando, impossibilitato dall’omero rotto, non riesce nemmeno a guidarlo. Equilibrista all’interno di un popolo con i piedi ben saldi sugli sci di fondo – Jaakko pratica questa disciplina d’inverno -, Hänninen passa definitivamente alla bicicletta da strada soltanto nel 2015. Il ciclocross è l’elemento che fa da intermediario tra pedalate nel fango e su asfalto.

Anche in pista non se la cava male, tant’è che durante la Finland Championship Week 2015 – una settimana di gare in cui vengono assegnati i titoli nazionali di svariati sport – ottiene un argento nel chilometro da fermo. Sempre in quei giorni, al quarto posto nel ciclocross si aggiungono i due ori nei campionati nazionali su strada tra gli junior, tanto nella prova in linea quanto in quella a cronometro. Atleta polivalente in patria, ancora deve farsi le ossa al di fuori. Lo prova sulla propria pelle ai campionati mondali di Richmond, dove si ritira – prendendola però con sinfonia, più che con filosofia.

Cresciuto suonando il violino, Hänninen infatti cerca sempre di «trovare una canzone adatta alla situazione», soprattutto quando pedala. In un’intervista comparsa su Yle Urheilu, un giornale sportivo finlandese, ammette: «Trascorro molto tempo sulla bici e la musica mi aiuta. In gara mi capita di cantare alcuni brani nella mia mente. In questo modo riesco a bloccare le altre sensazioni». Del resto, per un ragazzo cresciuto lavorando in fattoria canticchiare è un’attività all’ordine del giorno. Aiuta a rendere più piacevoli le attività rurali, come alcune tra quelle a cui si sta dedicando in questo periodo. Rulli con vista su tundra finlandese e squat con vitello sulle spalle sono il suo modo eclettico di allenarsi in quarantena.

©Revista Triatlón, Twitter

Ritornando al passato e parlando di preparazione, Hänninen lavora molto su sé stesso, consigliato da Jussi Veikkanen, ultimo finlandese a correre nel World Tour con la FDJ. Il sette volte campione di Finlandia intercetta le sue potenzialità e lo indirizza in Francia, nazione che lo adotta. Jaakko, prima alla A.C. Bisontine – dov’è cresciuto anche Thibaut Pinot – e poi al Team ProBikeShop EC Saint-Etienne Loire, migliora sia dal punto di vista atletico che linguistico. Aggiunge il francese ad altri quattro idiomi già presenti nel suo curriculum e rimpolpa il palmarès ciclistico con due ori ai campionati nazionali su strada nel 2017, vincendo sia la cronometro individuale e che la prova in linea. Per lui c’è anche tempo per un’avventura fuori strada della durata di un giorno – la prova regina dei campionati finlandesi di ciclocross -, che gli vale il secondo gradino del podio.

Tra le mura domestiche la concorrenza non è spietata e vincere non è propriamente un’impresa titanica. Correndo per una squadra dilettantistica d’oltralpe, Hänninen ha però modo di cimentarsi con ciclisti più esperti e di capire se in futuro potrà mai ambire al suo obbiettivo personale, che è poi quello di molti. «Voglio crederci: la maglia gialla è un sogno per me». Magro come lo stecco di un ghiacciolo, Hanninen «ha un eccellente rapporto peso/potenza e un buon consumo di ossigeno massimo (VO2 max), un bel vantaggio quando la strada è in salita», racconta il suo tecnico, Teppo Karhu. Lo confermerà a Cyclingnews anche Vicent Lavenu, direttore sportivo della AG2R La Mondiale, quando nel 2019 parlerà di lui dopo la firma del contratto: «È un vero scalatore che ha anche altre buone qualità. Siamo felici che abbia scelto la nostra squadra, perché era molto richiesto anche dalle altre».

Insomma, quando la strada sale Jaska – il soprannome lo suggerisce lui stesso sul sito della AG2R – dà del filo da torcere agli avversari. Per conferma si può chiedere a Rein Taaramäe. Il corridore della Direct Energie esce sconfitto da un duello con lui al Tour du Gévaudan Occitanie 2018, al termine di una gara con il finale in salita. Hänninen, orgoglioso del risultato, commenta a Direct Velo: «Questa è la mia più grande vittoria, la più bella che avrei mai potuto immaginare». Effettivamente battere il ciclista estone, capace di vincere una tappa al Giro e una alla Vuelta, non è poi cosa di tutti i giorni. Il gusto diventa doppio se, a circa un chilometro dal traguardo, il veterano di turno che ti sta a ruota ti mette alla prova consigliandoti: «Se rallentiamo ci prendono». Il giovane finlandese è solido e lucido: «Non ho alcuna pressione: sei tu il professionista, io sono il dilettante».

A ruota di Rein Taaramäe. ©Riccardo Filippetti, Twitter

Hänninen si presenta come un vero e proprio amatore anche al mondiale di Innsbruck, ricevendo l’invito ufficiale per la prova degli Under 23 via mail. Il mittente è la Federazione Ciclistica Finlandese, l’oggetto è l’unico posto assegnato ad una nazione rientrata tra le partenti a causa di alcune rinunciatarie. Jaakko si ritrova così a correre in territorio austriaco con un pass ottenuto per il rotto della cuffia e senza una squadra ad appoggiarlo. Solo contro tutti, riesce a resistere fino all’ultimo giro e imbocca la salita di Igls in penultima posizione. Agile come un’anguilla, Hänninen guizza verso la cima guadagnando posizioni. Si ritrova infine a combattere per l’argento, Hirshi è ormai troppo lontano. Dal duello con il belga Lambrecht esce sconfitto, ma con una medaglia di bronzo al collo. «È stata molto dura, fin dall’inizio della gara ho cercato di salvare energie per il finale», ammette visibilmente emozionato ai microfoni di Eurosport. «Ora è fantastico trovarsi qui».

«Sapevo che questo circuito era adatto a me», leggiamo invece su Direct Velo. «All’inizio dell’anno tutti mi hanno detto che era per me, ma hey! Non ero nemmeno sicuro di essere al via, di avere un posto con la Finlandia». In effetti, preventivare la sua presenza in gara era difficile, vederlo sul podio quasi impossibile. Spezzando una lancia in favore di Hänninen è giusto sottolineare, però, che la classifica della Challenge BBB-DirectVelo Espoirs lo aveva visto comparire in testa, complici le vittorie al Tour du Chablais, al Tour de Tarentaise e svariati piazzamenti. Non era quindi un perfetto sconosciuto agli addetti ai lavori. Forse non uno dei favoriti, ma uno a cui prestare attenzione sì.

©DirectVelo, Twitter

A proposito di attenzione, il finlandese appassionato di scouting e pesca intercetta l’interesse della AG2R. Nel 2019 la formazione francese lo cattura nella propria rete offrendogli un biennale a cui Hänninen non rinuncia. «Ho scelto questa squadra perché può dare una chance agli scalatori», dichiara su Cyclingnews; e aggiunge che il suo obbiettivo è «diventare uno dei migliori scalatori del mondo». Il salto al professionismo lo festeggia fratturandosi sterno e pollice sinistro cadendo durante il Rhône-Alpes Isère Tour. Ad agosto entra ufficialmente nel team di Romain Bardet e chiude l’anno in ripresa, facendo segnare un quarto posto al Tour du Doubs e assaggiando l’emozione del Giro di Lombardia, dal quale si ritira. Il suo 2020, invece, è segnato dall’esperienza all’UAE Tour sospeso per coronavirus e dal conseguente stop.

Tornato in patria, si ritrova così confinato nella sua tenuta di Ruokolahti. Impaziente di gareggiare, Jaska passa le sue giornate sui rulli e sollevando animali per rendere meno snervante l’attesa. Il ragazzo finlandese, infatti, non vede l’ora di dimostrare al mondo che a volte si può veramente passare “dalle stalle alle stelle”. Rein Taaramäe lo aveva già persuaso. Dopo la sua sconfitta in Francia, durante l’intervista si era lasciato sfuggire una previsione personale: «Posso dire che quello che ha vinto (Hanninen, NdA) sarà un grande campione in futuro». Uno è stato convinto, ora mancano tutti gli altri.

 

 

Foto in evidenza: ©Jaakko Hänninen, Twitter