Kämna, al recente Tour, ha messo in mostra parte del suo talento.

 

Quando Lennard Kämna taglia il traguardo della prima tappa del Tour de France, sul suo volto si stampa un sorriso un gigantesco. La televisione tedesca lo intercetta e lui davanti alle telecamere si esibisce con un: “Nonna, sto bene“. Quell’arrivo al cardiopalma poteva comprometterne la corsa, un finale dove ruote e freni stridono, i gomiti tagliano i fianchi, il pubblico urla, compagni e avversari sono freschi e il pensiero della prima maglia gialla spinge tutti oltre i propri limiti. Per qualcuno è inevitabile andare per terra: vedi Fuglsang che butta via il Tour a causa proprio di un incidente in quella fase. Kämna la caduta la evita per un soffio uscendo salvo da quel marasma.

Lennard Kämna nasce vicino Brema quasi 23 anni fa. Inizia a pedalare perché padre e fratello gli trasmettono l’amore per le due ruote, come nella più banale delle storie. Lui alla bicicletta sembrava inizialmente preferire pattinaggio e hockey su ghiaccio: tutt’ora sue due grandi passioni. Una volta dimostrato di saperci fare – e non poco – con il ciclismo, su di lui le aspettative cresceranno, tanto che nel 2018, schiacciato da una pressione crescente e a tratti insopportabile, si prenderà una pausa forzata dal ciclismo. Ma facciamo un passo alla volta.

A 14 anni lascia casa per trasferirsi a Cottbus, periferia dal punto di vista geografico, ma centro nevralgico del ciclismo in Germania. Qui ha sede un noto velodromo,  un team giovanile tra i più importanti in terra teutonica e da queste parti è nato Tony Martin, uno che per Kämna è un modello: “Mi piacerebbe essere bravo quanto lui, anche se so che è difficile eguagliarlo“, dirà al termine del mondiale a cronometro di Ponferrada del 2014, dove conquista l’oro nella categoria Junior. In quella stagione il biondo Kämna, che al termine della prova sfoggerà una chioma ossigenata, raggiunge risultati di un certo spessore, vincendo anche il titolo nazionale – davanti a Nils Politt – e quello europeo, sempre a cronometro.

Ponferrada 2014: Adrien Costa (USA) – Lennard Kamna (GER) – Michael Storer (AUS) ©Davy Rietbergen/Dion Kerckhoffs/Anton Vos/Cor Vos

L’anno successivo, con il passaggio tra gli Under 23, continuano i progressi. A fine stagione l’impressione di essere di fronte a un predestinato si fa forte. Kämna vince una tappa al Val d’Aosta dopo una lunga fuga su un tracciato impegnativo, da classica delle Ardenne. Arriva la dimostrazione di non essere solo adatto alle cronometro, a molti ricorda un Tony Martin in miniatura, ma corridore che sa difendersi anche quando la strada sale. Fisicamente Kämna è una versione in scala ridotta del Panzerwagen di Cottbus: ha qualche centimetro in meno rispetto al suo idolo, ma anche rispetto ai suoi maggiori rivali delle specialità contro il tempo. Longilineo, ma con un peso forma intorno ai sessanta chilogrammi che lo rende, insieme al suo motore, adatto anche alla salita, Kämna cresce e inizia a pensare di essere tagliato per i Grandi Giri.

Alla fine di quel 2015 è uno dei primo anno in assoluto più in evidenza. Al citato Giro Ciclistico della Valle d’Aosta, concluso undicesimo, sarà di gran lunga il migliore classe ’96 nella classifica finale e al mondiale di Richmond proseguirà la serie di podi iridati: bronzo per pochi secondi nella cronometro alle spalle di Wurz Schmidt e Schachmann. Qualche giorno dopo arriva a un passo dalle medaglie nella prova in linea, chiudendo in top ten.

Nel 2016 la sua squadra, il Team Stölting, passa di categoria e per lui si apre un calendario più fitto e di livello superiore. Appena diciannovenne farà il suo esordio in mezzo a diversi professionisti, faticando però a rubare l’occhio per gran parte della stagione a causa di piccoli malanni che ne freneranno, in parte, l’ascesa. La nuova realtà con cui si deve scontrare è un pugno in faccia, ma gli servirà a mettere importanti basi per un finale di stagione che lo vede, pochi giorni dopo aver compiuto vent’anni, conquistare la medaglia d’oro nella prova Under 23 dell’Europeo di Plumelec. Successo mai in discussione e ottenuto con un vantaggio di trenta secondi su Filippo Ganna e trentacinque su Remi Cavagna: due tra i protagonisti principali di quel 2016, non solo su strada – come nel caso del francese -, ma anche su pista, dove il piemontese pochi mesi prima conquistava il suo primo titolo iridato nell’inseguimento individuale.

Podio europeo: Ganna, Kamna, Cavagna ©http://www.cyclingmagazine.de

La fine del 2016 porta novità; la sua squadra chiude i battenti, ma lui firmerà per il 2017 col Team Sunweb, pronto a supportare nei Grandi Giri, in pianura e in salita, i capitani Dumoulin, Kelderman e Barguil. Un investitura importante per il grissino di Fischerhude, Bassa Sassonia, che a soli vent’anni entra a far parte di una squadra che negli anni ha dimostrato un interesse crescente per i giovani adatti alle corse a tappe. A ottobre è tempo di medaglie iridate e Kämna va alla ricerca di una nuova doppietta Europeo-Mondiale, come successo nel 2014 tra gli juniores. Si sente pronto: il piatto circuito di Doha, come racconta lui stesso alla vigilia, gli dovrebbe permettere di esprimere la sua pedalata potente. Ma nulla è certo, tanto meno nel ciclismo: la Germania domina la prova contro il tempo degli Under 23; lui resta incredibilmente fuori dal podio. Oro e argento ai connazionali Mathis e Schachmann, quarto posto per Kämna a soli cinque secondi dall’australiano Scotson. Tanta delusione che Lennie, come viene chiamato in gruppo, affronta con il sorriso.

Il 2017 è l’anno del suo debutto nel World Tour: fra i più giovani in gruppo, inizia a mostrare i denti anche nella massima categoria. A fine stagione Dumoulin dirà: Questo ragazzo è una macchina”, Kämna sarà tra i protagonisti, con il Team Sunweb, nella conquista della medaglia d’oro mondiale nella cronometro a squadre. Ancora una volta si conferma corridore da appuntamenti importanti; pochi giorni dopo conquisterà l’argento, stavolta nella prova in linea riservata agli Under 23, dopo aver perso la volata a due con Cosnefroy. Ripreso nel finale dal francese, Kämna verrà battuto allo sprint e ridendo, a fine corsa, racconterà: “A inizio gara avevo letto i nomi e mi ero fatto un’idea dei favoriti, Poi una volta in corsa non sapevo nemmeno riconoscerli. Giuro che non sapevo di avere Cosnefroy dietro e che fosse più veloce di me”. Per lui sarà il quarto anno consecutivo sul podio tra mondiale ed europeo, in tutte le categorie. È l’uomo – il ragazzo – delle grandi occasioni: da tenerlo bene a mente.

Nel 2018 arriva la battuta d’arresto. Problemi di salute, stress, concorda con la sua squadra un periodo forzato che ne fanno saltare gran parte della stagione: “Dopo la Sanremo non riuscivo a stare in bici, mi ammalavo spesso, avevo sempre freddo e scarso feeling con il mezzo”. Nel mondiale austriaco, dopo essere rientrato poche settimane prima con buoni risultati a supporto di Dumoulin, manca per la prima volta l’appuntamento con le medaglie: arriverà lontanissimo dal podio e preceduto da atleti che ancora non avevano mosso passi decisi nel mondo del professionismo.

Lennard Kämna al Tour 2019 mostra di che pasta è fatto andando sempre in fuga nelle tappe di montagna. ©eurosport.com

Arriva così il 2019. Se durante il Tour vi foste chiesti chi era quel ragazzo magrolino in maglia Sunweb, spesso in fuga in montagna e capace di chiudere per ben tre volte con i migliori, la risposta eccola in un lampo: Lennard Kämna. Convocato per la Boucle dopo il forfait di Dumoulin, per Kämna è il suo secondo Grande Giro in carriera. Nel 2017 partecipò alla Vuelta chiudendo all’ottavo posto la cronometro di Logroño nella sedicesima tappa e mostrando così doti interessanti per i Grandi Giri. L’indomani dovette abbandonare per un dolore al ginocchio e per preparasi al meglio per le prove iridate di Bergen che, come detto, lo videro protagonista.

Al Tour va in affanno tra cronometro e Pirenei: Mi sembrava di avere trentacinque anni”. Poi si sblocca andando in fuga nella tappa di Foix Prat d’Albis e, ripreso nel finale, chiuderà sesto: “Sono contento: ho dimostrato di poter stare con i migliori e poi domani c’è il riposo e mi potrò godere un po’ di cioccolato Hachez. Mi merito una giusta ricompensa”.

Sulle Alpi troverà altro cioccolato, altre ricompense. Cresce ulteriormente: è il miglior Kämna visto tra i professionisti. Progredisce tappa dopo tappa e, come già accaduto da ragazzino, mostra una certa dimestichezza sulle pendenze più difficili e un certo coraggio nel lanciarsi nelle fughe. Arriva quarto a Valloire dopo aver affrontato in avanscoperta il Galibier: “È stato davvero divertente”, dirà alla fine di quella giornata; successivamente sarà tredicesimo a Val Thorens restando sempre in scia ai migliori della classifica.

Cresciuto guardando Ullrich e Klöden, ora Kämna fa sognare una Germania che sembra nuovamente esprimere corridori ad alto livello anche in ottica corse a tappe. Di lui dicono sia un tipo sempre sorridente e pronto alla battuta mentre la sua frase preferita pare essere: “Il sole sorgerà sempre il giorno successivo”. Una banalità che, però, in giorni bui come quelli che ha affrontato il ciclismo nelle ultime settimane, non fa male ricordare. Detta da un ragazzo che ama correre con la pioggia ha poi un effetto ancora maggiore.

Foto in evidenza: ©https://www.teamvisionsports.de

Alessandro Autieri

Alessandro Autieri

Webmaster, Fondatore e direttore editoriale di Suiveur. Doppia di due lustri in vecchiaia i suoi compagni di viaggio e vorrebbe avere tempo per scrivere di più. Pensa che Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert siano la cosa migliore successa al ciclismo da tanti anni a questa parte.