La grande guida al Giro Ciclistico Valle d’Aosta 2019

Gli Under 23 tornano a sfidarsi in una corsa di alto livello.

 

 

Parte oggi, martedì 16 luglio, con un breve prologo tra le strade di Aosta, il Giro Ciclistico Valle d’Aosta 2019. Sarà l’edizione numero cinquantasei della più dura corsa a tappe riservata agli Under 23. Ambitissima dagli ex dilettanti, la gara che si snoda lungo le Alpi ha un albo d’oro ricco di talento. Gianni Motta, Flavio Giupponi, Ivan Gotti, Gilberto Simoni, Thibaut Pinot, Fabio Aru, Pavel Sivakov. Giusto per citare qualche nome che, in passato, è salito sul gradino più alto del podio.

IL PERCORSO

©Giro Ciclistico Valle d’Aosta, Facebook

Da quest’anno si passa, o meglio si torna, a 6 giorni di gara. Dopo il prologo di 2,7 km ci saranno solo frazioni di montagna. Si parte con la Sainte-Foy-Tarentaise – Saint-Gervais Mont-Blanc, 126 km con tre Gran Premi della Montagna in programma. Due di prima categoria, la Cormet de Roselend e il Col des Saisies, e uno di seconda, vale a dire Le Bettex. Scollinato quest’ultimo ci saranno appena nove chilometri di discesa prima del traguardo.

Il giorno seguente, ovvero il 18 luglio, è in programma il primo arrivo in salita. 138 km da Aymavilles a Valsaverenche, con l’ascesa finale lunga oltre venticinque chilometri. A precederla, peraltro, ci saranno un GPM di terza categoria, il Séran, e due di seconda, il Doues e il Verrogne. All’indomani sarà la volta della tappa più lunga del Valle d’Aosta, 180 km da Antagnod a Champoluc. In programma quattro GPM. Si parte con un seconda categoria, il Col de Joux, seguito, dopo una lunga discesa e un ancor più lungo tratto pianeggiante, dall’unico prima categoria di giornata, il Champremier. Dopo altri quaranta chilometri di discesa e pianura, ecco uno in fila all’altro i due GPM decisivi, entrambi di seconda categoria. Parliamo del Ravet e, nuovamente, del Col de Joux. Conclusa la discesa di quest’ultimo ci saranno nove chilometri di leggera salita e falsopiano che porteranno al traguardo.

Il sabato toccherà a una tappa devastante: 128 km da Orsières a Champex-Lac, costellati da ben cinque GPM. Un seconda categoria, ovvero il versante di Champex-Lac che verrà affrontato a inizio tappa, un terza, il Petite Forclaz, e, infine, tre salite di prima categoria: Col du Len, del Col des Planches e del già citato Champex-Lac, in cima al quale è posto l’arrivo.

L’ultima frazione, 120 km da Valtournenche a Breuil Cervinia, presenta il classico arrivo sulla lunghissima ascesa di Cervinia. Il tracciato è meno duro rispetto a quello del giorno precedente, infatti, prima della salita conclusiva, è previsto solamente un altro GPM, il Fabiole, di seconda categoria. Poco male, ad ogni modo, poiché dopo quattro giorni del genere l’infinita strada che porta a Cervinia farà malissimo a molti.

I FAVORITI

Sfumato il Giro per un malanno, ANdrea Bagioli – qui vittorioso alla Ronde de l’Isard – si rimette in gioco al Giro della Valle d’Aosta (©Andrea Bagioli, Twitter)

Prima fila:

Einer Augusto Rubio Reyes (Vejus Aran): Uscito in grande spolvero dal Giro Under 23, dove ha chiuso 2° vincendo la tappa finale con arrivo sul Fedaia, Rubio si presenta al via della gara valdostana come favorito principe. Fortissimo in salita, come si è visto sia l’anno scorso che nella recente corsa rosa, Rubio ha, però, un grosso problema: la squadra. La Vejus Aran, infatti, ha dimostrato a più riprese di non riuscire a spalleggiare in modo adeguato il suo capitano quando la strada tira all’insù. Viene da chiedersi, dunque, se il colombiano riuscirà a mettere sul piatto una superiorità talmente netta da permettergli di sopperire alle mancanze del suo team.

Andrea Bagioli (Team Colpack): A causa di un malanno, Bagioli non è riuscito a fare il Giro Under 23 che molti si aspettavano e, anzi, si è dovuto ritirare dopo poche tappe. Andrea, tuttavia, resta un top della categoria, capace, appena due mesi fa, di conquistare la Ronde de l’Isard. Il recente secondo posto al Trofeo MP Filtri lascia intendere che la condizione sta tornando e con la gamba dei giorni migliori la vittoria, sicuramente, è alla portata. Anche perché Andrea può contare su un Team Colpack di assoluto livello. In particolare Davide Botta, 9° qua l’anno scorso, potrebbe rivelarsi un gregario di lusso.

Juan Pedro López (Kometa Cycling Team): 7° qui l”anno scorso, quando vestiva i panni di gregario di Kevin Inkelaar, “Juanpe” López torna al Valle d’Aosta da stella della Kometa. Scalatore puro, 6° al recente Tour de Hongrie – e 5° nella tappa regina- , López è in possesso di uno scatto micidiale, ma, dopo la rasoiata iniziale, sovente fa fatica a mantenere un ritmo alto e regolare. Le carte in regola per vincere ci sono, ma questo limite, su salite pedalabili come Cervinia, potrebbe essergli fatale.

Mauri Vansevenant (EFC-L&R-Vulsteke): Vansevenant arriva al Valle d’Aosta reduce da un 10° posto con annessa maglia bianca di miglior giovane nella scorsa edizione. Quest’anno ha confermato le sue doti giungendo 5° nella classifica generale della Course de la Paix e dominando il Tour du Piémont Pyrénéen. E quando diciamo dominare intendiamo proprio dominare. Infatti, il giovane belga, nella gara a tappe francese, ha vinto la frazione regina rifilando distacchi nell’ordine dei 5 minuti agli immediati inseguitori. La concorrenza, al Valle d’Aosta, sarà di livello superiore, ma la sensazione è che Mauri abbia le qualità per vincere anche qua.

Seconda fila:

Ilan Van Wilder (Lotto-Soudal U23): La stellina della Lotto U23, l’anno scorso sovente primo degli umani dietro Remco Evenepoel tra gli junior, appena un mese fa, ha messo tutti in fila nella tappa regina della Course de la Paix. Ilan è un corridore completo, forte sul passo, in salita e anche discretamente veloce. Probabilmente è il corridore più talentuoso al via. Il suo palmares nelle corse a tappe, non a caso, è già notevole. Citiamo, tra gli altri, il 2° posto al Giro della Lunigiana 2018, il 7° alla Ronde de l’Isard 2019 e il 4° alla Course de la Paix 2019. Il Valle d’Aosta, però, è ben più duro di tutte le gare disputate da Van Wilder sin qui in carriera. Vi sono, dunque, dei dubbi sul fatto che sia già pronto per vincere una corsa del genere.

Kevin Colleoni (Biesse Carrera Gavardo): Kevin al Giro Under 23 non ha fatto classifica, ma è venuto fuori prepotentemente nelle tappe più dure. Infatti, è giunto 3° nella frazione con il doppio Mortirolo e 5° sul Fedaia (primo dei non colombiani). Il Valle d’Aosta, in cui ci sono praticamente solo montagne, sembra veramente cucito su misura per lui. Difficile capire a cosa possa ambire, ma con la gamba del Giro potrebbe rivelarsi uno dei più forti in assoluto.

Ide Schelling (Seg Racing Academy): Copiare e incollare quanto scritto sopra per Colleoni. Schelling, dopo il bel 6° posto dell’Isard, si pensava potesse essere protagonista anche al Giro U23, ma così non è stato fino all’ultima frazione. Sul Fedaia, difatti, uno Schelling fino al giorno prima spento, ha tirato fuori il coniglio dal cilindro, giungendo 6° di tappa e staccando molti nomi più quotati. Se riesce a mantenersi su quei livelli in salita, può essere un cliente scomodo per tutti.

Filippo Conca (Biesse Carrera Gavardo): Conca non è un virtuoso come Colleoni, ma al Giro Baby ha mostrato una solidità invidiabile. Dopo aver indovinato la fuga giusta nella frazione di Gaiole in Chianti, il bravo Filippo si è difeso egregiamente sulle numerose salite della corsa rosa, evitando senza troppi patemi l’uomo col martello e chiudendo 5° in classifica generale. Con una costanza del genere, un bel piazzamento è alla portata anche al Valle d’Aosta.

©Giro Ciclistico Valle d’Aosta, Facebook

Terza fila:

Kevin Inkelaar (Groupama-FDJ): Reduce da un deludente 12° posto al Giro U23, Inkelaar cerca riscatto nella gara che lo ha lanciato. L’olandese l’anno scorso fu secondo, spodestato dal trono da Vadim Pronskiy nell’ultima frazione. Durante la corsa rosa ha mostrato ancora una tendenza a calare col passare dei giorni e viene da chiedersi, dunque, se in un Valle d’Aosta più lungo e con un parterre di livello superiore rispetto alla scorsa edizione, possa ripetere quanto fatto nel 2018.

Michel Ries (Kometa Cycling Team): Il lussemburghese è uno specialista delle corse a tappe, come dimostrano i piazzamenti tra i primi dieci al Giro U23 2018, al Tour de l’Avenir 2018 e al Giro di Sicilia 2019. Tuttavia, al momento non è riuscito a tramutare la sua costanza in qualcosa in più. Anzi, quando ha provato a uscire dallo spartito, all’Avenir della scorsa stagione, ha pagato dazio. Dopo aver agguantato, in seguito a un attacco congiunto con Pogačar, nella penultima frazione, il 2° posto nella generale, Ries è crollato il giorno successivo perdendo ben 8 posizioni. Per questo motivo riesce facile immaginarlo sovente a ridosso dei primi, incapace, però, di lottare per le posizioni di vertice.

Jérémy Bellicaud (Bourgogne Franche Comte): Bellicaud, classe 1998, da un mesetto a questo parte ha decisamente cambiato marcia. Dopo un inizio di stagione discreto, in cui ha conquistato un buon 11° posto al Tour of Rwanda, il francese è sparito per un po’ dai radar. A giugno, però, è venuto fuori prepotentemente, conquistando un posto sul podio sia al Tour de Savoie che al Tour du Piémont Pyrénéen. C’è da dire, per la verità, che il “Savoie” aveva una startlist non al livello di quelle degli ultimi anni, mentre al Piémont, Vansevenant lo ha sbranato. Difficilmente, dunque, potrà puntare al podio al Valle d’Aosta, ma un posto, quantomeno tra i primi sei sette della classifica generale, potrebbe essere alla portata.

Alessandro Monaco (Team Casillo Maserati): Il Giro U23 non è andato come ci si auspicava, Monaco, difatti, dopo un buon inizio – spicca il 7° posto sul Maniva – è andato in calando nelle ultime tappe e si è dovuto accontentare di un 11° posto finale. Alessandro, tuttavia, sembra avere un rapporto decisamente migliore con il Valle d’Aosta. L’anno scorso fu 8° e, sicuramente, l’essere corsa più breve del Giro U23 gli strizza l’occhio. Oltretutto, l’alfiere del Team Casillo Maserati, quest’anno, non aveva partecipato ad alcuna gara a tappe fino a giugno. Ora, invece, con la Course de la Paix e il Giro U23 nelle gambe, probabilmente, si è riabituato agli sforzi richiesti da manifestazioni che durano sette/dieci giorni.

Quarta fila:

Alexander Evans (SEG Racing Academy): Salito alla ribalta con un secondo posto nella tappa regina dell’Herald Sun Tour 2018 – battuto solo da Chaves- , Evans è reduce da un ottimo Giro U23. 17° in classifica generale e miglior prestazione di tappa sul Fedaia, dopo 10 giorni di gara. Avendo caratteristiche di scalatore puro, sulle montagne valdostane si troverà sicuramente bene. Probabilmente gli manca qualcosa per poter puntare alla vittoria, ma una top-10 è ampiamente alla portata.

Simon Carr (A.V.C. Aix-en-Provence): Un habitué delle posizioni nobili delle 2.2 e delle corse a tappe riservate ai dilettanti. Nel 2019 è giunto 2° alla Vuelta al Bidasoa, 20° alla Ronde de l’Isard e 10° al Tour de Savoie. Recentemente è stato anche quarto nella tappa regina del Tour du Piémont Pyrénéen. In salita ha sicuramente dei colpi, come dimostra anche la vittoria di tappa sull’Alto de Muskilda alla Vuelta a Navarra. Sembra, però, avere lacune troppo grosse per quanto concerne il recupero per poter ambire a qualcosa in più di un posto nei 10. Ad esempio, al Giro di Savoia, dopo il bel 5° posto nel primo arrivo in salita, ha perso ben 10 minuti dal vincitore il giorno successivo. La A.V.C., dove milita, oltretutto è una squadra che potrebbe sorprendere in positivo. Tra le sue fila si segnalano, oltre a Carr, anche due classe 2000 particolarmente interessanti: Harrison Wood e Adrien Maire e che di recente sono stati, rispettivamente, 2° e 9° alla Volta a Castello.

José Felix Parra Cuerda (Lizarte): Pur non classificandosi primo dei suoi in classifica generale, Parra è stato il Lizarte che ha sfornato le migliori prestazioni in salita al Giro U23. Infatti, è arrivato nei primi 10 sia nella frazione con il doppio Mortirolo sia in quella che si concludeva in cima al Fedaia. In patria ha concluso in top-5 sia la Vuelta al Bidasoa che la Vuelta a Navarra. Il Valle d’Aosta è una gara di qualità superiore, ma uno scalatore come lui ha le carte in regola per fare bene anche qua.

Theo Nonnez & Simon Guglielmi (Groupama-FDJ): Due corridori capaci di difendersi in montagna. Il primo, quest’anno, è arrivo nei 5 alla Ronde de l’Isard, mentre il secondo è giunto nei 10 al Giro U23. Li citiamo insieme perché partono come luogotenenti di Inkelaar, ma in caso di debacle del capitano, uno dei due potrebbe sostituirlo in maniera più che egregia. Per entrambi, infatti, un buon piazzamento in classifica generale è alla portata.

Quinta fila:

©Giro Ciclistico Valle d’Aosta, Facebook

Samuele Battistella (Dimension Data for Qhubeka): La quinta fila non rende certo onore al talento di Battistella, ma dopo il ritiro prematuro al Giro non si è più visto, per cui non sappiamo come sia la sua condizione attuale. Pur essendo principalmente uomo da corse in linea, Samuele si difende anche su salite lunghe, come dimostra la vittoria nella tappa regina del Tour of Limpopo, ottenuta a maggio. Con la gambe dei giorni migliori potrebbe fare un ottimo Giro Ciclistico Valle d’Aosta.

Mark Donovan (Team Wiggins): Ultima spiaggia per un corridore che l’anno scorso incantava (vinse anche una tappa proprio al Giro della Valle d’Aosta) e che quest’anno, invece, sembra essere già una meteora. Il Donovan del 2018, capace di sfiorare il podio al Giro U23, era un corridore forte in salita che avrebbe potuto lottare per la vittoria in questo Valle d’Aosta. Nel 2019, però, non è mai riuscito a fare risultato quando ha attaccato il numero alla schiena. La magrezza spettrale che lo caratterizzava pare stia già presentando il conto.

Mulu Kinfe Hailemichael (Dimension Data for Qhubeka): Se qualcuno va a sfogliare gli ordini d’arrivo delle tappe di montagna degli ultimi due Tour of Rwanda, troverà sovente il nome di questo giovanissimo etiope (classe ’99) nelle prime posizioni. Viene da chiedersi, dunque, se riuscirà a ripetersi anche nel vecchio continente. Il 13° posto al recente Giro del Medio Brenta lascia intendere la presenza di una gamba più che buona. Chissà che, un anno dopo Hafetab Weldu, 5° in classifica generale nel 2018, un altro etiope non possa essere protagonista in Valle d’Aosta.

Tiago Gomes Antunes (SEG Racing Academy): L’ultimo anno e mezzo è stato un vero incubo per Tiago Gomes Antunes, in passato corridore capace di piazzarsi nei dieci alla Ronde de l’Isard, alla Course de la Paix e alla Vuelta al Bidasoa. Il passaggio alla Seg, per ora, non ha dato i frutti sperati. Questo Valle d’Aosta sarà lo spartiacque per un corridore che è chiamato a tornare sui livelli che gli competono se vuole trovare un contratto tra i professionisti.

 

 

Foto in evidenza: ©Giro Ciclistico Valle d’Aosta, Facebook