World Tour 2020: Team Jumbo-Visma, Team Sunweb, Trek-Segafredo, UAE-Team Emirates

Ecco l’ultima parte della nostra presentazione delle squadre del World Tour 2020.

 

Team Jumbo-Visma

©Team Jumbo-Visma cycling, Twitter

Non c’è un solo esercizio che colga alla sprovvista la Jumbo-Visma. Partiamo dalle ruote veloci, di tutti i reparti forse quello meno affollato: infatti c’è il solo Groenewegen, ma stiamo comunque parlando di uno dei velocisti più forti e vincenti dell’ultimo triennio; in alternativa ci sono Teunissen, prima maglia gialla del Tour de France 2019, e Van Aert, il quale non ha bisogno di presentazioni. Van Aert è soprattutto l’uomo di punta per le classiche del nord. Il rientro nel ciclocross è stato più che incoraggiante, dunque per aprile si sarà ristabilito senza problemi; sarà supportato da gregari adatti ed esperti: Wynants, van der Hoorn, Roosen, Jansen, Eenkhoorn. Il dominio nelle cronometro sembra una formalità, d’altronde basta scorrere i nomi: ancora Van Aert e poi Tony Martin, van Emden, De Plus, Dumoulin, Roglič. Dumoulin e Roglič, ovviamente, saranno anche i capitani della squadra nelle brevi e soprattutto grandi corse a tappe. Il problema della convivenza riguarda da sempre – e riguarderà per sempre – qualsiasi grande squadra, ma una volta risolto la situazione si fa molto interessante. I progressi di Roglič sembrano poter non finire mai; Dumoulin, al contrario, ha subito una brutta battuta d’arresto nel 2019, anche se con il passaggio alla Jumbo-Visma sembra aver lasciato tutto alle spalle. La terza punta sarà Kruijswijk, il terzo classificato del Tour de France 2019, giusto per far capire il livello della squadra. Bennett, Gesink, De Plus e Kuss sono quattro gregari di lusso quando la strada s’impennerà; Bouwman e Tolhoek possono diventarlo nell’immediato futuro. In un ambiente del genere, Vingegaard e Foss – il vincitore dell’ultimo Tour de l’Avenir – possono pure crescere con calma.

Team Sunweb

©Team Sunweb, Twitter

Squadra profondamente rinnovata, quella tedesca, che perde il suo corridore più rappresentativo – Dumoulin – e lo rimpiazza con Benoot, un corridore forte ma discontinuo e dalle caratteristiche differenti. Se il belga sarà principalmente uomo per le corse di un giorno, il ruolo che fu di Dumoulin nelle gare a tappe lo prenderà Kelderman, che si testerà subito al Giro 2020. Tra conferme e nuovi arrivi, la Sunweb presenta però alcuni fra i migliori giovani del panorama mondiale. Hirschi vuole continuare a crescere e ambisce a traguardi importanti che si chiamano grandi classiche; Dainese vuole essere anche tra i professionisti quello che è stato tra gli Under 23, ovvero un faro delle volate: dotato di uno sprint di rara intensità, il ragazzo padovano è di sicuro uno dei talenti da seguire per questa stagione. Van Wilder, invece, crescerà con calma, ma vuole essere il nome nuovo del ciclismo mondiale in chiave grandi corse a tappe: da troppo tempo in Belgio aspettano un corridore capace di conquistare un grande giro. Non ha certo bisogno di presentazioni Matthews, che sarà uomo di punta nelle corse di un giorno anche impegnative e che dunque non finirà per pestare i piedi né a Dainese né a Bol, una delle rivelazioni dello scorso anno, capace di sorprendere in diversi frangenti. Neoprofessionisti da tenere d’occhio sono anche Arensman – che esordirà a luglio -, Eekhoff, Gall, Donovan e Salmon. Giovani, ma già con stagioni alle spalle nel ciclismo dei grandi, sono invece Oomen, Hindley, Kanter, Storer e Power. Infine cercano il riscatto il nuovo arrivato Denz e l’interessantissimo Søren Kragh Andersen, che arriva da una stagione da dimenticare; a differenza di Arndt e Haga, che nel 2019 hanno fatto vedere le cose migliori della loro carriera e cercano conferme anche all’inizio del nuovo decennio.

Trek-Segafredo

©La Guia del Ciclismo, Twitter

Un finale di stagione sopra le aspettative ha galvanizzato l’ambiente della Trek-Segafredo, pronto a trasformare in vittorie i tanti piazzamenti ottenuti nelle ultime stagioni. Nibali sarà l’uomo di riferimento, anche se almeno due obiettivi stagionali – Olimpiadi e campionato del mondo – non riguardano strettamente la sua squadra, bensì la nazionale. In seconda battuta, un terzetto di outsider da seguire con attenzione: Mollema ha centrato il successo che vale una carriera soltanto pochi mesi fa al Giro di Lombardia, ma lo vedremo ancora pimpante tanto nelle classiche quanto nelle frazioni mosse delle brevi e grandi corse a tappe; Pedersen è il corridore più riconoscibile del gruppo e insieme a Stuyven dovrà muoversi al meglio per conquistare almeno una grande classica sul pavé; Stuyven, appunto, sembrava in grado di poterci riuscire già nel 2019 e invece ha vissuto una primavera incolore: se avesse imparato la lezione, aspettatelo al Giro delle Fiandre e alla Parigi-Roubaix. Il capitolo Porte è sempre scomodo. Il corridore visto nel 2019 è troppo brutto per essere vero, dunque è lecito aspettarsi un riscatto nel 2020; a patto che lasci perdere la classifica dei grandi giri, ai quali potrebbe comunque partecipare come luogotenente, per tornare a concentrarsi sulle brevi corse a tappe, il suo terreno di caccia preferito. Brambilla, Elissonde, Theuns e Skujiņš promettono fughe e supporto, mentre Ciccone dovrebbe continuare a crescere accanto a Nibali e rimandare al prossimo anno le prime vere esperienze di classifica generale. López e Simmons, rispettivamente ventidue e diciotto anni, sono talentuosi ma devono imparare a frequentare anche la pazienza. A Moschetti, Conci e Mullen, invece, s’inizia a chiedere qualcosa di più.

UAE-Team Emirates

©@UAE-TeamEmirates, Twitter

Squadra, almeno sulla carta, con il più alto potenziale insieme alla Ineos – sarà che è anche quella con il budget che più si avvicina a quello della corazzata inglese? -, la UAE schiera corridori di tutte le età, nazioni e caratteristiche, che potrebbero lottare per ogni tipo di traguardo. Per i grandi giri ci sono Aru, Pogačar e McNulty, oltre al neoprofessionista Ardila; in seconda linea, tuttavia, da non sottovalutare de la Cruz e Dombrowski. A caccia di vittorie in volata – e nelle classiche – ci sono i “soliti” Gaviria e Kristoff, che da quest’anno potranno contare sul più forte pesce pilota del globo terracqueo, ovvero Richeze. Senza dimenticare Philipsen, che avrà un anno in più di esperienza ed è pronto a riscattare un esordio tra i professionisti meno brillante di quello che ci si poteva aspettare. Per le corse di un giorno, i percorsi vallonati e le tappe più o meno dure dei grandi giri, proveranno a dire la loro Rui Costa, Ulissi, Conti, il neoprofessionista Covi e un Riabushenko che nella seconda metà del 2019 sembra aver cambiato marcia, dimostrando anche tra i professionisti ciò che di buono si era lasciato alle spalle tra gli Under 23. Un discorso a parte merita il campione italiano Formolo: se si convincesse a mettere da parte l’idea di lottare per un piazzamento tra i primi dieci nei grandi giri, avrebbe tutte le qualità per essere uno dei corridori da temere maggiormente nelle corse di un giorno. Alla Liegi, che l’ha già visto sul podio, ma soprattutto al Mondiale, all’Europeo e alle Olimpiadi, terreni adatti alle sue caratteristiche. Infine una menzione anche per il grosso apporto che potranno dare in pianura corridori come Bjerg, Bystrøm e Troia, in salita Polanc e su tutti i terreni un corridore esperto come Marcato.

 

 

Foto in evidenza: ©Le Gruppetto, Twitter